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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il retroscena / Roma

L'eroe che ha disarmato Claudio Campiti: "Gli si è buttato addosso e lo ha gettato a terra"

È stato uno dei partecipanti alla riunione del consorzio Valleverde, culminata nel sangue, a bloccare Claudio Campiti, restando ferito al volto da un proiettile

"Siamo stati miracolati perché si è inceppata l'arma - racconta un testimone sotto choc - abbiamo avuto il tempo di saltargli addosso. Una persona, un eroe, gli si è gettato addosso per disarmarlo". Questo il racconto choc di uno dei partecipanti alla riunione del consorzio Valleverde organizzata, nel gazebo di un bar a Fidene, quartiere di Roma, durante la quale un uomo è entrato armato di pistola e ha fatto fuoco sui presenti, uccidendo tre donne e ferendo gravemente altre quattro persone.

Spara e uccide tre donne alla riunione di condominio: chi è Claudio Campiti

L'uomo, Claudio Campiti, 57 anni, è stato bloccato grazie al gesto di uno dei partecipanti alla riunione: approfittando di un attimo in cui la pistola si è inceppata, si è buttato su di lui afferrandogli il braccio, tanto da restare ferito al volto di striscio da un proiettile. Poi lo ha buttato a terra e lo ha tenuto fermo, subito raggiunto da altri partecipanti alla riunione.

"È entrato e ha iniziato a sparare, voleva fare una strage"

Almeno sette i colpi esplosi a bruciapelo contro il direttivo del consorzio. Campiti è entrato nel gazebo a inizio riunione, la pistola in pugno, e si è diretto verso il tavolo dove stavano seduti i membri del direttivo, impegnati a discutere del bilancio di fine anno relativo a un comprensorio di case vacanza sul lago di Turano. Ha urlato "vi ammazzo tutti", ha puntato l'arma e ha iniziato a fare fuoco a distanza di quaranta centimetri.

I presenti, una ventina di persone circa, si sono subito gettati a terra tra le urla, ma uno di loro ha avuto la prontezza di avvicinarsi a Campiti e di afferrargli il braccio, complice il fatto che la pistola si fosse inceppata. Nella lotta è stato anche colpito di striscio al viso da un proiettile: "Aveva il viso pieno di sangue - ha riferito un testimone - Subito dopo lo ha gettato a terra e altre persone si sono buttate sopra di lui allontanando la pistola".

Il 57enne è stato tenuto fermo a terra sino all’arrivo dei carabinieri, che lo hanno preso in consegna. Al vaglio degli inquirenti le motivazioni alla base del gesto, ma alcuni testimoni hanno riferito che già in passato aveva avuto dissidi con il direttivo per questioni economiche ed era stato raggiunto da querele: "Ha sparato per uccidere - hanno riferito i presenti - Si è avvicinato al tavolo e si è messo in piedi davanti al direttivo, prendendo la mira e facendo fuoco".

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