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Venerdì, 19 Aprile 2024

Garlasco, la difesa insiste: "Il Dna sulle unghie di Chiara non è degradato"

I legali del bocconiano rispondono alle accuse della famiglia Poggi che ieri avevano contestato i nuovi test effettuati dalla difesa

Il Dna maschile trovato "su almeno tre-quattro unghie non era assolutamente degradato", anzi "i 'picchi' erano tanto alti che sono risultati perfettamente utilizzabili per un confronto". Lo ha affermato al Giorno uno dei legali della difesa di Alberto Stasi, Giada Bocellari, rispondendo alle accuse della famiglia di Chiara Poggi, dopo la nuova inchiesta aperta a carico di Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima, per l'omicidio di Garlasco (qui i dettagli sulla nuova inchiesta aperta dalla procura di Pavia). 

Ieri i legali della famiglia Poggi si erano detti "dispiaciuti per il coinvolgimento di una persona risultata del tutto estranea all'accaduto e sconcertati dinanzi alle notizie di stampa secondo le quali si dovrebbe dar credito a valutazioni scientifiche effettuate da un consulente di parte (ben lontane dall’essere una perizia) all’insaputa dell’interessato e senza alcuna garanzia per il medesimo, mentre non avrebbero invece valore le accurate analisi genetiche effettuate nel processo a carico di Stasi dal professor De Stefano con la partecipazione dei consulenti di tutte le parti ed il rispetto di tutti i protocolli e le garanzie di legge".

Oggi, a stretto giro di posta, è arrivata la replica dei legali di Stasi. 

"Anche noi, come difesa, ci siamo rifatti alla perizia De Stefano e in particolare ai dati grezzi, quindi i dati di partenza dell’esame. È in parte vero quello che dice la parte civile, peccato che non distingua reperto da reperto. Sono state analizzate nove unghie di Chiara Poggi. È assolutamente fuorviante fare un discorso generale di degradazione. Altrimenti ci sarebbe da chiedersi perché il professor De Stefano si sia deciso a prelevare il Dna di Stasi per un confronto se l’intero materiale ungueale era tanto compromesso. Si deve invece considerare unghia per unghia". 

Insomma, secondo l'avvocato Bocellari il materiale genetico trovato sulle unghie di Chiara è perfettamente utilizzabile. 

"...il Dna maschile trovato su alcune unghie può essere considerato degradato, ma è anche vero (ed è importante) che quello su almeno tre-quattro unghie non era assolutamente degradato. Anzi, i “picchi” erano tanto alti che sono risultati perfettamente utilizzabili per un confronto. Sono stati proprio questi a convincere, all’epoca, il professor De Stefano, ad acquisire il Dna di Stasi".

Fonte: Il Giorno →
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