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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Nuovi elementi / Milano

I rilievi nella casa dove è stata uccisa Giulia Tramontano: sangue su un carrello portapacchi

Potrebbe essere stato usato per spostare il cadavere della ragazza. Disposti rilievi anche su pc e tablet del fidanzato reo confesso Alessandro impagnatiello

A Senago, in provincia di Milano, si continua a lavorare sul caso di Giulia Tramontano, la ragazza incinta uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, reo confesso. Lui inizialmente ha mentito, ha cercato di depistare le indagini ma il castello di bugie raccontate è crollato sotto il peso delle evidenze e poi è arrivata la confessione. Adesso spunta un carrello portapacchi sporco di sangue. Lo ha forse usato per spostare il cadavere di Giulia? Una delle domande, questa, a cui gli inquirenti cercano di rispondere. Per altri quesiti irrisolti, servirà l'autopsia prevista per domani venerdì 9 giugno. 

Giulia Tramontano sarebbe stata accoltellata alle spalle

Ora dopo ora saltano fuori nuovi elementi che finiscono agli atti. I documenti di Giulia in un tombino, i video che immortalano Impagnatiello dopo il delitto, il coltello usato per ferirla a morte, la benzina con cui probabilmente le ha dato fuoco (senza riuscirci). La casa dove Giulia e Alessandro vivevano, apparentemente pulitissima, è un serbatoio di prove: col luminol è emerso sangue. Tanto, tantissimo.

Alessandro Impagnatiello giulia tramontano 2

L'attenzione è anche su un carrellino insanguinato. È stato un condomino di Alessandro Impagnatiello a farlo ritrovare. Durante il sopralluogo di martedì nell'abitazione, è stato il vicino a indicare il carrellino. Lo aveva visto nei giorni precedenti in un'area comune del garage interrato della palazzina di via Novella 14 a Senago. Non sapendo di chi fosse - ha riferito - lo aveva preso lui. Poi, però, ha collegato che potesse essere di Impagnatiello e lo ha quindi segnalato. Il portapacchi aveva ancora attaccato il cartellino. Da quel dato gli investigatori dell'Arma sono risaliti a un negozio di ferramenta a Senago. Il proprietario ha solo detto di ricordarsi di averlo venduto a un ragazzo. Per gli inquirenti pochi dubbi che l'acquirente sia Impagnatiello. Il carrellino sarà esaminato per capire a chi appartengono le tracce biologiche trovate.

I rilievi a casa di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello-2

Le analisi sul pc di Alessandro Impagnatiello

Si dovrà attendere ancora qualche giorno invece per gli accertamenti irripetibili su tre computer e un tablet sequestrati nell'appartamento di Senago. I controlli sono fissati per il prossimo 15 giugno. 

Le operazioni si svolgeranno nella sede della Sezione indagini telematiche dei carabinieri di Milano, alla presenza del difensore di Impagnatiello, Giulia Geradini, e del legale dei genitori, del fratello e della sorella della giovane accoltellata, l'avvocato Giovanni Cacciapuoti.

Giulia aggredita alle spalle e accoltellata alla gola

Venerdì 9 invece verrà effettuata l'autopsia sul corpo di Giulia  L'esame dovrà chiarire alcuni aspetti ancora nebulosi e mettere alcuni punti fermi sulla dinamica dell'omicidio. Innanzitutto servirà a stabilire la causa esatta del decesso, il numero delle coltellate inferte (Impagnatiello ha detto tre, ndr), se è stata colpita al ventre (raggiungendo così anche il feto), se è stata bloccata mentre era di spalle e se la donna era ancora in vita mentre il suo assassino tentava di dar fuoco al corpo. E anche se a Giulia sia stato somministrato del veleno per topi, che è stato trovato nello zaino di Alessandro.

senago-giulia-tramontano-lapresse

"Violata la presunzione di innocenza"

Intanto arriva la presa di posizione degli avvocati della Camera penale di Milano. Contestano con una nota "le modalità e i contenuti della conferenza stampa" dei giorni scorsi in Procura sul fermo di Alessandro Impagnatiello per l'omicidio di Giulia Tramontano a Senago, che sono "antitetici rispetto allo spirito del D. Lgs.188/2021", ossia la legge Cartabia sulla presunzione di innocenza, "e, più in generale, in contrasto con la necessità di evitare condizionamenti dei giudici chiamati a valutare la correttezza, sotto tutti i profili, della ricostruzione accusatoria".

La Camera penale fa riferimento anche alla "rappresentazione che i media, con cadenza quotidiana, stanno facendo di quella tragica vicenda". E mettono in luce "la necessità di riflettere senza essere condizionati dai tempi della cronaca giudiziaria e dalle semplificazioni che non di rado la caratterizzano, nonché il riserbo, finanche il pudore, di fronte alla sofferenza che la morte violenta di una persona reca con sé". Da anni, si legge ancora, "denunciamo le degenerazioni del processo mediatico, l'arretramento della cultura delle garanzie che consegue alla spettacolarizzazione delle indagini e i pericoli legati alla ricerca del consenso da parte di chi le conduce o dirige". La presenza "in prima serata a trasmissioni televisive da parte di chi ha un ruolo diretto nelle indagini, quando le stesse sono ancora in corso, con apprezzamenti perentori su responsabilità e qualità personali dell'indagato è una rappresentazione plastica di quel fenomeno".

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