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Sabato, 20 Aprile 2024
Udine

Un vicino di casa ufficialmente indagato per l'omicidio di Lauretta Toffoli

Il dirimpettaio quarantenne di Lauretta Toffoli ora è ufficialmente indagato per l'omicidio della donna, avvenuto nella notte tra venerdì 6 maggio e sabato 7 maggio

Lauretta Toffoli, l'anziana di 74 anni trovata morta ieri nel suo appartamento a Udine, è stata uccisa dal vicino, Vincenzo Paglialonga, di 40 anni che la polizia aveva arrestato perché evaso dagli arresti domiciliari. L'uomo, ora in carcere, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel novembre 2019 l'anziana era stata aggredita dal figlio, che l'aveva accoltellata all'addome. Arrestato immediatamente era stato poi assolto perché dichiarato incapace di intendere e di volere dalla perizia psichiatrica.

L'omicidio di Lauretta Toffoli

Ma riavvolgiamo il nastro alle 13.45 di ieri, ora del ritrovamento del cadavere. Manuel Mason, 42enne figlio della donna si reca a casa della madre, in via Della Valle, per farle visita come di consueto, ma con un po' di apprensione data dal fatto di non essere riuscito a raggiungerla prima telefonicamente. Al suo arrivo la tragica scoperta: Lauretta Toffoli giace a terra in mutande. Sul corpo tracce di fendenti da arma da taglio. A niente serve l'intervento tempestivo dei sanitari che non possono fare alto che constatare il decesso. 

Chi è Vincenzo Paglialonga

Scatti d'ira, aggressività continue richieste di aiuto: è questo l'identikit fornito da alcuni conoscenti e residenti della zona su Vincenzo Paglialonga, il dirimpettaio quarantenne di Lauretta Toffoli, ora ufficialmente indagato per l'omicidio della donna, avvenuto nella notte tra venerdì 6 maggio e sabato 7 maggio. Una persona dal passato turbolento, che da qualche anno viveva al primo piano del condominio di Via della Valle e di cui molti conoscevano i trascorsi, mentre altri se ne tenevano alla larga. In passato l'uomo aveva abitato, pare, nel vicino quartiere di San Paolo con la famiglia.

Paglialonga, era stato arrestato a fine gennaio. I motivi erano i più futili: litigi con i vicini, discussioni. Ma più di una volta, il 40enne aveva dato segni di instabilità brandendo, all'occasione, anche armi da taglio in momenti di forte rabbia ed aggressività. Era finito ai domiciliari proprio lì, nella stessa palazzina dove in più di un'occasione aveva avuto alterchi con diversi residenti. Insomma un soggetto - riferiscono - con problematiche già note anche alle forze dell'ordine che, in una spola continua, da dicembre a gennaio si recavano nella palazzina. Secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, sarebbero gravi gli indizi nei suoi confronti che lo collocherebbero nell'appartamento della donna al momento della morte. Ora solo le indagini e la legge potranno effettivamente confermarne la colpevolezza dell'uomo.

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