Litiga con il coinquilino, lo uccide con una coltellata al collo e brucia casa
Svolta nel caso della morte di Luca Lardieri trovato cadavere il giorno di Pasqua dopo che un'esplosione aveva distrutto la sua abitazione a Trieste
Sarebbe stato colpito con un fendente al collo il giorno prima di Pasqua, al culmine di una lite scoppiata per futili motivi, e sarebbe morto per dissanguamento. Il giorno successivo l'autore del delitto sarebbe tornato nell'abitazione e avrebbe innescato un incendio per nascondere eventuali tracce della sua presenza.
Sono giunte a questa conclusione le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Trieste e coordinate dal pm Massimo De Bortoli, sulla morte di Luca Lardieri, 35 anni, il cui cadavere è stato trovato il giorno di Pasqua a seguito di un'esplosione avvenuta nella sua abitazione in uno stabile di via del Ponzanino.
Nei giorni scorsi è stato fermato un giovane di 27 anni, di origini dominicane, suo ospite, ed è stato portato in carcere. Dovrà rispondere dei reati di omicidio, incendio aggravato, sostituzione di persona, minacce aggravate, e di lesioni come conseguenza di altro delitto nei confronti di una condomina ferita dalla caduta dell'intonaco a seguito dell'incendio.
Le testimonianze e l'incrocio delle celle telefoniche
Il corpo di Luca Lardieri era stato trovato sul letto dai vigili del fuoco, coperto da un piumone. Le numerose tracce di sangue rinvenute nelle stanze hanno fatto scattere l'ipotesi che dietro all'episodio si potesse nascondere altro. Durante l'autopsia, poi, l'emersione della ferita da taglio. Grazie alle testimonianze acquisite (nell'appartamento sussisteva un viavai continuo nell'ultimo periodo, oltre al fatto che Lardieri fosse solito ospitare diverse persone ndr), l'incrocio delle celle telefoniche dei cellulari in uso ai conoscenti della vittima, la Squadra Mobile è riuscita ad individuare la persona presente all’interno dell’appartamento negli attimi antecedenti la morte di Lardieri.
L'omicidio e poi l'incendio
Secondo la ricostruzione dei fatti il delitto sarebbe stato consumato nelle prime ore di sabato 3 aprile al culmine di una discussione per futili motivi, allorché T. M. L.A., in preda all’ira, si sarebbe scagliato contro la vittima, colpendola con un coltello al collo. L’omicida avrebbe, quindi, lasciato l’abitazione, portando con sé i suoi effetti personali, nel corso della serata dello stesso giorno, facendovi ritorno la mattina del 4 aprile. È in questa circostanza che è stato innescato l’incendio dei vari locali dell’appartamento con l’intento di eliminare eventuali tracce.
Il 24 maggio scorso T.M.L.A., una volta rintracciato dagli agenti mentre si aggirava nella zona di Borgo San Sergio, nel vano tentativo di eludere il controllo, ha declinato false generalità, presentandosi con il nome del fratello. Ora il 27enne si trova nel carcere di via Coroneo. Dovrà rispondere dei reati di omicidio, incendio aggravato, sostituzione di persona, minacce aggravate, nonché di lesioni come conseguenza di altro delitto nei confronti di una condomina dello stabile di via Ponzanino 3 ferita dalla caduta dell’intonaco a seguito dell’incendio.