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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le indagini sul cold case / Genova

Delitto Nada Cella, tracce di sangue sul motorino della sospettata

A 25 anni dall'omicidio gli elementi sembrano puntare verso Annalucia Cecere, oggi 53 anni: sotto la sella del suo scooter è stato trovato materiale biologico

Sotto la sella del motorino di Annalucia Cecere, l’ex insegnante di 53 anni indagata per l’omicidio di Nada Cella, ci sono tracce di sangue. La conferma è arrivata dai rilievi effettuati dalla polizia Scientifica sullo scooter sequestro a Cecere in Piemonte: la donna, che ormai da anni si è trasferita in provincia di Cuneo da Chiavari, in Liguria, lo aveva portato alla sua nuova residenza, e la Squadra Mobile lo aveva sequestrato su indicazione della procura per una serie di accertamenti irripetibili.

Tocca adesso al genetista Emiliano Giardina, l’uomo dietro la scoperta del cosiddetto “Ignoto 1” del caso Yara Gambirasio, capire a chi appartengano quelle tracce sotto la sella e a quando risalgano. Di certo c’è però che la scoperta sembra confermare agli inquirenti che il nuovo filone di indagine sta portando effettivamente a nuovi elementi che 25 anni fa erano stati trascurati o non erano stati analizzati a fondo.

Chi è Annalucia Cecere

Nada Cella è stata uccisa il 6 maggio del 1996 in uno studio di commercialista di Chiavari, a soli 24 anni, e per il suo omicidio è stata iscritta nel registro degli indagati Annalucia Cecere, all’epoca 28 anni: l’ipotesi degli inquirenti è che Cecere abbia ucciso Nada perché decisa a prenderne il posto nel cuore e nello studio del commercialista Marco Soracco, a sua volta indagato insieme con la madre Marisa Bacchioni per false dichiarazioni rese ai pm ai tempi dell’inchiesta.

Il nome di Cecere era già stato fatto 25 anni fa, nel corso delle prime indagini sul delitto. La donna era stata indicata come una frequentazione di Soracco, e alcuni testimoni l’avevano vista nei pressi della palazzina di via Marsala il giorno del delitto, oltre a ricordare alcuni incontri-scontri con Nada legati proprio al suo ruolo nella vita di Soracco. Cecere aveva conosciuto il commercialista a un corso di ballo e se n'era invaghita, e non aveva nascosto il desiderio di andare a lavorare per lui come segretaria scalzando Nada, la giovane donna per cui Soracco, forse, nutriva un interesse personale oltre che professionale, da lui sempre negato.

L'ex insegnante era stata però prosciolta dalle accuse, e qualche tempo dopo si era trasferita in Piemonte. A distanza di 22 anni la determinazione della laureanda in Criminologia Antonella Delfino Pesce, però, ha cambiato le carte in tavola. O meglio, le ha letteralmente gettate in aria, perché Delfino Pesce ha ripercorso ogni singola pagina del fascicolo sulla morte di Nada e ha individuato una serie di elementi che gli inquirenti dell’epoca sembravano avere tralasciato, o comunque non considerato con la dovuta attenzione.

Tra questi un verbale, in particolare, ha spinto la procura di Genova a riaprire le indagini formalmente e a iscrivere Cecere nel registro degli indagati: il ritrovamento a casa sua di alcuni bottoni di una giacca da uomo del tutto simili a quelli trovati sotto il corpo di Nada, uccisa con alcuni colpi alla testa sferrati con un oggetto pesante. I bottoni erano custoditi in una scatoletta in un cassetto, ed erano di una giacca appartenuta all’ex fidanzato della donna.

La pista però non venne battuta, o meglio, venne accantonata rapidamente dai titolari del caso, che proseguirono battendo altre piste. Di passi avanti concreti, però, non ne sono mai arrivati: gli inquirenti sembravano avere abbandonato il filone del delitto passionale per approfondire un elemento considerato molto strano, e cioè il racconto della madre di Soracco, che aveva riferito di avere visto Cella in ufficio il sabato precedente al delitto, seduta al computer, e di averla vista mettere in borsa un floppy disk mai ritrovato. Inoltre amici e parenti dI Cella aveva riferito che la ragazza non voleva più andare in ufficio, era decisa a cambiare lavoro, elemendo che ha convinto gli investigatori del fatt che avesse scoperto qualcosa nelle attività del commercialista che l'avevano spaventata. Anche questa pista, però, si era arenata.

La telefonata della testimone sconosciuta: "Era sporca, ha infilato tutto nel motorino"

Le dichiarazioni di una testimone che a oggi ancora non è stata identificata hanno poi condotto al motorino della donna: “Venivo giù in macchina da Carasco, l’ho vista che era sporca, ha infilato tutto nel motorino, l’ho salutata ma non mi ha guardata - dice la donna che il 9 agosto del 1996 ha telefonato a casa Soracco per parlare con Marisa Bacchioni - dico la verità, 15 giorni fa l’ho incontrata in carruggio (la via principale di Chiavari, ndr), andavo alla posta, non mi ha nemmeno guardato, è scivolata via, non mi ha nemmeno guardato”. Nell’audio della telefonata, diffusa anche ai media per cercare di arrivare all’identificazione dell’autrice della telefonata, non si fa esplicito riferimento a Cecere. Si parla però di una donna, una donna “sporca”, presumibilmente di sangue, che il giorno dell’omicidio di Nada è stata vista infilare qualcosa sotto la sella del motorino. Ed è proprio sotto la sella del motorino di Cecere che la Scientifica ha trovato tracce di materiale biologico attraverso il test del luminol.

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