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Giovedì, 18 Aprile 2024
Omicidi

Solomon ha confessato il duplice omicidio della madre e della sorellina di 11 anni

Patience Nfum, 45 anni, e Maddy Nyantankyi, di 11, sono state massacrate con decine e decine di coltellate nella loro casa di via San Leonardo a Parma. Il 21enne, ex promessa del calcio, è crollato di fronte ai pm

Solomon Nyantakyi ha confessato il duplice omicidio della mamma e dalla sorellina di 11 anni, massacrate con decine e decine di coltellate la sera di martedì 11 luglio all'interno dell'abitazione di via San Leonardo, 21 in cui viveva tutta la famiglia, la madre, i due figli e la figlia. Nella serata di ieri è stato fermato in stazione Centrale a Milano dalla Polfer, che lo ha intercettato appena sceso da treno proveniente da Parma. Dopo ore di interrogatorio davanti ai poliziotti ha ceduto e ha ammesso le sue responsabilità. Ora la Pm sta predisponendo il decreto di fermo nei suoi confronti. 

Madre e figlia uccise a Parma: la dinamica

In via San Leonardo, in un appartamento al civico 21, si è consumata un’atroce tragedia familiare. Un ritrovamento macabro, due corpi dilaniati da un numero ancora indefinito di coltellate. Intorno alle 20 di martedì 11 luglio due donne Patience Nfum di 45 anni e Maddy Nyantankyi, di 11, sono state ritrovate senza vita, in una pozza di sangue nella sala da pranzo dell’appartamento al sesto piano. Lo stesso da cui, intorno alle 14:30, una vicina ha sentito provenire delle urla: un ‘mamma, mamma…’ agghiacciante. Poi il silenzio fino al ritrovamento dei cadaveri. E’ stato Raymond, il primogenito della donna: 25 anni, fratello di Solomon Nyantakyi, che da ore non si trova più. Solomon ha staccato il cellulare e per ore è vissuto nella latitanza silente senza dare punti di riferimenti. E’ stato fermato a Milano, è stato interrogato ed ha confessato il duplice omicidio: la Pm sta preparando il decreto di fermo nei suoi confronti. 

Solomon ha confessato il duplice omicidio di madre e sorellina di 11 anni

Difficile credere a una storia del genere. Più difficile ancora è raccontarla e spiegare chi è  Solomon, che in poco meno di due anni è passato da essere una promessa del pallone a indiziato numero uno per il duplice omicidio della mamma e della sorella. Ha sterminato parte della sua famiglia in modo macabro in un pomeriggio di follia. Era arrivato in Italia tredici anni fa, assieme alla mamma e al fratello, avevano raggiunto papà Fred che lavorava alla Bm Gastronomia, a San Polo di Torrile e che la sera del delitto era a Londra, a trovare dei parenti. Nel 2006 era nata sua sorella Maddy. Da quattro anni abitavano in quell’appartamento di Via San Leonardo diventato noto alle cronache per l’orrore che lo stesso Nyanta (come lo chiamavano i compagni di squadra) avrebbe commesso.

Dal Ghana in Europa per sfondare nel calcio

Nato in Ghana ad Accra, a otto anni ha lasciato la sua terra per una vita migliore e per cercare di dare forza ai suoi sogni, correndo dietro a un pallone. In parte ci è riuscito, pur sapendo che ancora la strada per arrivare sarebbe stata molto lunga.  Era un perfezionista, Nyanta. Il calcio era tutto per lui, a scuola andava male, non gli piaceva studiare. Tranne che in inglese, aveva difficoltà in tutte le materie e a volte scherzava: "So fare solo il calciatore, ma ancora devo migliorare molto". Ha iniziato a otto anni con l’Aurora, poi lo ha preso il Milan Club e per tre o quattro anni ha giocato con la società di San Prospero fino alla chiamata del Parma: era a scuola quando ha incontrato un preparatore atletico che gli ha comunicato l’interesse del Parma. Strappato al Milan, quello vero, a 16 anni firma il primo contratto da professionista. 

La convocazione in Serie A, poi il rapido declino

Diventa Campione d’Italia con gli Allievi Nazionali nella squadra in cui militavano Josè Mauri e Alberto Cerri. Poi a 17 anni viene convocato da Donadoni per la sfida contro la Fiorentina nel campionato di Serie A. E’ stata la notte più bella della sua vita probabilmente: ha incontrato il suo idolo, Cuadrado, gli ha chiesto i pantaloncini ed è andato via felice. Si pensava potesse esplodere da un momento all’altro, ma niente. Dopo il Parma, poca stabilità e tanta confusione: Tuttocuoio, il ritorno a Parma, poi Imolese e ancora calcio di provincia: Salso e Colorno, dove di fatto ha finito di giocare nel gennaio 2017. 

La breve parabola discendente di Solomon era già cominciata: di quel ragazzo timido che parlava poco, che non aveva mai avuto un comportamento fuori dalle righe, che se ne stava sulle sue, era rimasto poco. Solomon era cambiato. Il calcio non era più una sua priorità. Il Parma e mister Apolloni avevano provato a risollevarlo facendolo allenare con la prima squadra. Gli ultimi gol nella Berretti, poi allenamenti alternati da lavori manuali. Faceva il muratore per portare qualche soldo a casa. Nella stessa casa dove si è consumato un delitto atroce che porta la sua firma.

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