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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Palermo

Omicidio Mattarella, nuove indagini: una targa riapre la pista neofascista dopo 38 anni

L'allora presidente della Regione Sicilia e fratello dell'attuale capo dello Stato fu ucciso il 6 gennaio 1980 in via Libertà a Palermo

A quasi 38 anni dall'omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, la Procura di Palermo ha deciso di riaprire le indagini. La famiglia del fratello dell'attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva sollecitato nuove verifiche già un anno e mezzo fa, tramite gli avvocati Francesca, Giuseppe e Andrea Crescimanno. 

38 anni fa l'omicidio di Piersanti Mattarella

Il 6 gennaio 1980 Mattarella stava andando a messa in auto quando un killer lo raggiunse all'altezza del civico 147 di via Libertà e lo uccise con otto colpi di pistola. L'assassino fuggì poi a bordo di una Fiat 127, su cui l'aspettava un complice. Entrambi non ancora ancora un nome. Mattarella fu ucciso davanti agli occhi della moglie, Irma Chiazzese, e dei figli Bernanrdo e Maria. Il primo a soccorrerlo fu proprio il fratello minore, Sergio. 

Omicidio Mattarella, nuovi accertamenti 

I nuovi accertamenti, come rivela Il Giornale di Sicilia, sarebbero partiti nella massima riservatezza. Gli inquirenti avrebbero già ascoltato o riascoltato testimoni, riesaminato le carte del dibattimento, vagliato altri elementi a disposizione. Sarebbe emerso poi, tramite un confronto comparato, che uno dei reperti del processo celebrato a Palermo, cioè la targa di un'auto usata dal commando che aprì il fuoco contro l'auto su cui viaggiava Piersanti Mattarella, sarebbe stata divisa in due dagli autori del furto e una parte ritrovata poi in un covo dei Nuclei armati rivoluzionari. La pista dei Nar era già stata battuta ma ora sembra tornare al centro dell'attenzione. La moglie di Mattarella riconobbe il terrorista dei Nar Valerio Fioravanti, che però fu assolto al processo con una sentenza diventata irrevocabile. 

Ancora tanti dubbi 

Alla vigilia quindi del 38esimo anniversario della morte di Mattarella, i dubbi sono ancora tanti. In quale contesto maturò il delitto? Chi fu a sparare? Ci fu la mano dei terroristi "neri" o fu una collaborazione con Cosa nostra? Da chiarire anche il possibile ruolo di don Vito Ciancimino, che potrebbe avere avuto interessi concreti nell’eliminazione di Mattarella. Da confidente dell’allora questore di Palermo Purpi, Ciancimino cercò di depistare le indagini sul delitto. E nel ‘93 tentò di accreditare la "pista interna", in un altro delitto politico-mafioso: l’omicidio del segretario del Pci Pio La Torre, ucciso il 30 aprile 1982 assieme al collaboratore Rosario Di Salvo.

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