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Giovedì, 25 Aprile 2024
Pordenone

Delitto Pordenone, parla un commilitone di Trifone: "Conosco la verità ma non la dico"

La rivelazione choc a 'Pomeriggio 5': "Io la mia verità la so già, ma non la dico, per rispetto della vittima e degli inquirenti, che stanno scandagliando tutto"

Spunta un'altra testimonianza chiave sull'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza a Pordenone. La rivelazione choc arriva da un commilitone del caporal maggiore, in servizio al 132° reggimento carri di Cordenons che ha parlato a Pomeriggio 5 con voce camuffata. "Quel giorno era tranquillo come tutti gli altri giorni", racconta il commilitone. 

"Io la mia verità la so già, ma non la dico, per rispetto della vittima e degli inquirenti, che stanno scandagliando tutto". Gli investigatori sarebbero dunque in possesso di informazioni che non sono ancora emerse sui giornali, forse decisive per risolvere il giallo. 

Il commilitone ha anche specificato che Trifone non ha mai avuto problemi di droga, dichiarazioni che fanno escludere un giro malavitoso. 

Intanto le indagini vanno avanti e un sospetto si fa strada tra gli inquirenti. L'uomo che ha ucciso Teresa Costanza e Trifone Ragone potrebbe essersi trattenuto a lungo sul luogo del delitto, confuso tra i molti curiosi. Si lavora senza sosta analizzando le immagini delle telecamere nel parcheggio.

E' il Messaggero Veneto a scrivere che proprio tra i volti dei curiosi gli investigatori avrebbero già selezionato alcuni sospetti. Le indagini vanno avanti.

Pochi minuti dopo il duplice omicidio sul luogo erano accorsi vari amici della coppia uccisa, alcuni atleti del palazzetto dello sport, i colleghi di lavoro, ma anche tanti curiosi. Forse tra di loro c'era anche l'assassino.

Subito dopo avere ucciso, l'uomo grazie al buio nel parcheggio del palazzetto si sarebbe infatti nascosto sotto le scalinate per poi confondersi tra la folla.

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