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Venerdì, 29 Marzo 2024
Omicidi

Killer di Roma, la confessione choc: 22 giovani scampati al massacro

Una serie di sms identici inviati a decine di ragazzi perché "volevamo capire cosa si prova a uccidere". I due killer di Luca Varani stravolti dalla droga: più di 1800 euro spesi in cocaina. Marco Prato "si faceva anche di Ghb" e voleva diventare donna

Un'anima oscura, irrequieta, allucinata al punto da inviare 22 messaggi identici ad altrettanti ragazzi perché "volevamo capire cosa si prova a uccidere, avevamo voglia di fare del male a qualcuno".

Nel racconto di Manuel Foffo agli inquirenti, si parla di Marco Prato, la vera anima nera di questa storia. "L'avevo conosciuto a Capodanno ed abbiamo avuto un rapporto. Lui è gay, io sono eterosessuale. Lui aveva un video così ho temuto che potesse ricattarmi e ho continuato a vederlo".

A colpire Luca Varani al cuore - secondo Foffo - sarebbe stato Prato. E' ancora Prato quello che, durante il giro a caccia di qualcuno da uccidere, manda sms dal cellulare di Manuel Foffo. Ne scrive uno anche al fratello del suo complice, Roberto Foffo: "Vieni c'è un trans".

Dopo il festino a due, da mercoledì a venerdì mattina, nell’appartamento di Foffo arriva Varani. "Vieni - gli ha scritto Prato per attirarlo nella trappola - ci sono 120 euro per te". I due killer sono stravolti dalla droga: avrebbero speso 1.800 euro in cocaina, comprati da Prato che più volte avrebbe chiamato uno spacciatore per rifornirsi.

L'omicidio di Luca Varani

"Luca si è denudato e poi ha bevuto quello che gli avevamo offerto - racconta Foffo - . Poi è andato in bagno e si è sentito male. Marco lo ha aggredito e gli ha detto che sia io sia lui avevamo scelto che doveva morire. Ho preso io il martello e forse anche i due coltelli. Luca non è mai riuscito a resistere alle nostre violenze”. 

Altri particolari inquietanti sulla personalità del killer sono stati raccolti da Dagospia

A Prato piacevano assai le “notti sbagliate”. Quelle in cui all'alcol e al sesso si univano abbondanti dosi di coca e di GHB. Quest'ultima è la droga “frocia” che in questo periodo va per la maggiore tra l'upper-class gaya meneghina e capitolina. E' meglio nota come la droga dello stupro, che ti permette di “cavalcare” per ore, manco ti fossi iniettato in vena una dose massiccia di viagra liquido.

Una personalità borderline che aveva già tentato più volte il suicidio. L’ultima poco dopo il delitto, quando ha ingerito un’intera boccetta di Minias, uno psicofarmaco che gli aveva procurato Foffo. In quelle drammatiche ore, racconta oggi Il Messaggero, Prato scrive una lettera per spiegare le ragioni del suo malessere che attribuisce al desiderio, osteggiato dalla famiglia, di diventare donna. Ma in quella lettera, racconta sempre il quotidiano romano, non c’è alcun cenno di pentimento per l'omicidio di Luca.  

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