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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Roma

Omicidio Mollicone, svolta nell'inchiesta: test del Dna per i familiari degli indagati

Le persone più vicine ai cinque sospettati sono state convocate in caserma, scrive FrosinoneToday. Le indagini proseguono anche grazie ai 'ricordi' di Maria Tuzi, figlia del brigadiere morto suicida

Possibile svolta nelle indagini sull'omicidio di Serena Mollicone, la liceale soffocata e uccisa dopo essere stata massacrata di botte nella caserma dei carabinieri di Arce nel 2001, come ha ricostruito l'ultima perizia. Secondo quanto riporta Angela Nicoletti su FrosinoneToday, la Procura di Cassino ha disposto il prelievo del Dna e delle impronte digitali sui familiari dei cinque indagati per il delitto.

"Un atto dovuto che però servirà a chiarire anche un altro importante aspetto: quello delle impronte digitali rinvenute sul nastro adesivo che avvolgeva il corpo della diciottenne di Arce - spiega Nicoletti - Per molti anni si è creduto che ci fosse stato un inquinamento della scena del crimine dettato all'inesperienza e dalla fretta. Oggi gli inquirenti sospettano che quelle impronte rinvenute possano invece far parte di un quadro probatorio diverso, pesante, che se trovasse ulteriori conferme, potrebbe sfociare in qualche altro, eclatante, colpo di scena"

Un "grande contributo" agli accertamenti dei carabinieri del Reparto Operativo Provinciale e della Compagnia di Pontecorvo è arrivato dai ricordi di Maria Tuzi, la figlia del brigadiere Santino Tuzi, che non ha mai creduto all'ipotesi della morte volontaria del padre e che ha fornito spunti importanti che ora sono in fase di verifica. "Spunti inerenti i rapporti di amicizia del genitori con suoi colleghi di lavoro. Amicizie solide che poi sarebbero svanite - scrive Nicoletti - Amicizie che sarebbero venute a mancare dopo la morte di Serena Mollicone. Quando ha avuto inizio una lunga serie di depistaggi".

Maria Tuzi ritiene che il padre sia stato lasciato solo proprio nel momento in cui avrebbe dovuto avere un sostegno morale. Un sostegno che invece la ragazza, sua madre, suo fratello unitamente al maestro Guglielmo, padre di Serena, hanno trovato nel nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il luogotenente Gaetano Evangelista che, nei giorni successivi al suo arrivo, ha notato immediatamente che l'ambiente interno era fortemente compromesso e che la stessa cittadinanza di Arce non nutriva più fiducia verso le Istituzioni. La tenacia e la caparbietà di Evangelista hanno consentito la riapertura delle indagini e la ricostruzione di quanto probabilmente accaduto nella caserma dei carabinieri quel maledetto giorno di inizio giugno del 2001.

La notizia su FrosinoneToday

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