La tragedia di Maria e Tindaro, l'ultimo messaggio alla figlia: "Ho ucciso mamma. Addio"
Emergono nuovi dettagli sull'omicidio-suicidio di Gioiosa Marea dove un finanziere in pensione ha accoltellato la moglie e poi si è suicidato. Cosa sappiamo finora
Ha provato a difendersi dalle coltellate Maria Febronia Buttò, la donna uccisa dal marito a Gioiosa Marea (Messina) lo scorso 10 marzo. Lui, Tindaro Molica Nardo, poi ha avvisato la figlia e si è tolto la vita con la stessa arma che aveva usato prima contro la moglie. Nuovi dettagli sulla tragedia che ha scosso il centro del Messinese emergono dalle prime analisi sul cadavere della 61enne, che aveva evidenti ferite alle mani, usate come scudo nell'estremo tentativo di sopravvivere. Il medico legale Elvira Ventura Spagnolo eseguirà l'autopsia sul corpo della donna e del marito.
Il messaggio inviato alla figlia: "Ho ucciso la mamma, addio"
Titolare del fascicolo è il pm Federica Urban sotto il coordinamento del procuratore capo di Patti. Angelo Cavallo. Gli inquirenti non vogliono lasciare nulla al caso e nelle prossime ore proseguiranno con interrogatori, rilievi e perquisizioni nell'appartamento di via Casani teatro della tragedia.
Sulle modalità ci sarebbero ben pochi dubbi. La figlia della coppia, così come accertato dalle indagini, quella mattina ha infatti ricevuto un messaggio audio dal padre dal contenuto inequivocabile: "Ho ucciso la mamma, addio". Sarebbe questo l'ultimo gesto di Tindaro Molica Nardo prima di suicidarsi con lo stesso coltello da cucina con cui poco prima aveva finito la moglie. L'audio è adesso nelle mani degli inquirenti attualmente impegnati con ulteriori analisi dei tabulati e con gli interrogatori di parenti e amici della coppia.
I cadaveri di Maria e Tindaro trovati in casa da un parente
Quella mattina nessuno ha sentito nulla, a dare l'allarme è stata proprio la figlia dopo aver ricevuto il messaggio intorno alle 8.30. Sul posto è giunto un cugino della donna che abitava nelle vicinanze, ha aperto la porta con le chiavi di riserva e si è trovato davanti uno spettacolo terribile. I due corpi erano in cucina, uno di fronte all'altro e in una pozza di sangue. Poi la chiamata ai carabinieri e l'inizio dei primi rilievi della Scientifica. Tindaro, militare in pensione da alcuni anni, non deteneva armi. Poco tempo fa aveva consegnato ai carabinieri un fucile da caccia di sua proprietà che non voleva più utilizzarlo. Durante la perquisizione non è stata trovata nessun'altra arma e le lesioni riscontrare sui entrambi i corpi sono riconducibili all'uso del coltello.
In famiglia tutti parlano di fulmine a ciel sereno. Tra i due coniugi c'erano frequenti liti che, secondo quanto finora accertato, avevano origine dalla gelosia dell'uomo, nota anche alle figlie. Niente avrebbe mai fatto ipotizzare una tragedia del genere. Neanche dall'analisi delle chat, tutt'ora in corso, sarebbe emerso nulla di particolare e non risultano precedenti gesti di violenza. Eppure, Maria Febronia Buttò, nota a tutti in paese come "Bonina", alcuni mesi fa aveva deciso di andare a vivere con una delle figlie a Trento, lasciando di fatto il marito. Da pochi giorni il ritorno a Gioiosa Marea fino alla mattina del 10 marzo dove probabilmente è stata una discussione a dare origine all'aggressione mortale e al suicidio.
Altri particolari emergeranno dall'autopsia, accompagnata da accertamenti tossicologici su entrambi i cadaveri. Intanto resta lo sgomento nella piccola comunità di Gioiosa Marea, in tanti conoscevano la coppia e l'uomo era stato visto passeggiare sul lungomare la sera prima della tragedia.