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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il processo

Marco Vannini, la Cassazione conferma le condanne per la famiglia Ciontoli

I giudici della Suprema Corte chiamati a decidere se confermare o meno le condanne del processo bis per l’omicidio del ragazzo ucciso da un colpo di pistola quasi sei anni mentre era in casa della fidanzata. I genitori del giovane: "Giustizia è fatta"

Confermate le condanne per la famiglia Ciontoli. Questa la decisione della Corte di Cassazione sull'omicidio di Marco Vannini, il giovane ucciso con un colpo di pistola nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 mentre si trovava in casa della fidanzata a Ladispoli, vicino Roma.

La quinta sezione penale era chiamata confermare o meno la sentenza emessa nel processo bis il 30 settembre 2020 nei confronti di Antonio Ciontoli, padre della fidanzata di Vannini, condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. "Spiegazioni inverosimili degli atteggiamenti da loro assunti, che in taluni momenti rasentano una vera e propria crudeltà nei confronti di un ragazzo ferito che urla di dolore e viene rimproverato per questo motivo, un ragazzo che è stato ed è il fidanzato di Martina e che il Ciontoli afferma di tenerlo in conto e in considerazione come un figlio", scrissero i giudici nelle motivazioni della sentenza. 

Applausi in aula al momento della sentenza, i genitori di Marco: "Giustizia è fatta"

Definitive quindi le condanne per Antonio Ciontoli, sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Marina. Uno dei loro avvocati, Giandomenico Caiazza, ha fatto sapere che la famiglia Ciontoli si costituirà stasera in carcere. "Sono attonito, non riesco a comprendere come sia possibile aver confermato una sentenza così errata, in particolare per i familiari dei Ciontoli2, ha aggiunto poi Caiazza. 

Applausi e grida di gioia fra familiari e amici di Vannini alla lettura della sentenza. "Finalmente giustizia è fatta", è stato il commento dei genitori di Marco, Marina Conte e Valerio Vannini. "Sono contento che finalmente è stata fatta giustizia per Marco. Gli avevamo promesso un mazzo di fiori se fosse stata fatta giustizia e domani è la prima cosa che farò”, ha aggiunto il padre di Marco.

Le richieste del procuratore generale della Cassazione

L'accesso all'Aula Giallombardo, dove l’udienza è stata programmata per consentire un maggiore distanziamento, è stato consentito dal collegio alle sole parti e ai familiari. Presenti in aula anche Federico e Martina Ciontoli, che hanno assistito all’udienza e per poi uscire separatamente al termine. Fuori dal "Palazzaccio", un piccolo gruppo di manifestanti si è riunito in mattinata per chiedere "verità e giustizia", esprimendo sostegno e vicinanza alla famiglia di Marco Vannini. 

"In questa vicenda tutti gli imputati hanno mentito. L'unico, a parte la famiglia Ciontoli, che poteva riferire come erano andati i fatti, era Marco Vannini, ecco perché la sua morte era preferibile per Antonio Ciontoli, allo scopo di evitare conseguenze negative per lui e la sua famiglia”, aveva detto il sostituto procuratore generale della Cassazione Olga Mignolo all'udienza del processo per l'omicidio di Marco Vannini. Il pg aveva chiesto di confermare la condanna dell'Appello bis per Antonio Ciontoli e per la moglie e i due figli. Il sostituto procuratore generale ha chiesto inoltre di dichiarare inammissibile il ricorso di Antonio Ciontoli e il rigetto dei ricorsi dei tre familiari. Per questi ultimi il pg aveva formulato un'ipotesi di attenuazione della pena, spiegando che agirono su indicazione del capo famiglia. "E incontestabile l'accettazione da parte di tutti gli imputati della condotta del capo famiglia - aveva spiegato - Vannini, ferito, restò affidato alle cure dei Ciontoli, che avevano un obbligo di protezione verso di lui. Gli imputati erano gli unici che avrebbero potuto impedirne la morte".

L'avvocato difensore della famiglia Ciontoli, Giandomenico Caiazza, aveva chiesto ai giudici della quinta sezione penale della Cassazione di annullare le condanne a carico della famiglia Ciontoli e fare un nuovo processo per l'omicidio di Marco Vannini. "Quella d'appello è una sentenza illogica, disseminata di insensatezze", aveva detto l'avvocato. "Se c'è omicidio volontario significa che c'era adesione alla possibilità della morte di Vannini - ha aggiunto- ma questo come è compatibile col fatto che hanno chiamato i soccorsi?".

Il collegio 1 della quinta sezione penale della Cassazione si era riunito poi in camera di consiglio dopo circa 4 ore di udienza. 

I genitori di Marco Vannini: "I Ciontoli hanno sempre mentito"

Prima della sentenza, fuori dalla Cassazione, i genitori di Marco avevano ribadito: "I Ciontoli hanno sempre mentito, continuano a mentire e non si vogliono prendere le loro responsabilità".

"Sono stati in silenzio sei anni e a ridosso della Cassazione si mettono a parlare sui social. Forse sperano di incidere sulla decisione ma crediamo che i giudici ormai abbiano ben chiaro tutto quello che è successo, anche perché parlano le carte", avevano aggiunto. "Marco - ha concluso la mamma- mi ha detto di stare tranquilla e che andrà tutto bene". 

Articolo aggiornato alle ore 18:30 con la sentenza della Cassazione

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