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Venerdì, 29 Marzo 2024
Omofobia / Torino

Botte e insulti per una borsa con il simbolo lgbt: 13enne aggredita in strada da un gruppo di bulle

La denuncia del Coordinamento Torino Pride. L’aggressione fuori da una scuola media in via Ricasoli. La ragazzina ha ricevuto un pugno in pieno volte che le ha rotto il naso

Aggredita e insultata, chiamata "cagna" e "lesbica schifosa", poi pestata a sangue. Vittima una ragazzina di 13 anni, che ha raccontato di essere stata presa di mira mentre passeggiava con un'amica con indosso una borsa e i calzini con i colori dell’arcobaleno, simbolo della lotta per i diritti lgbt, e un cinturino in pelle rosa. L'aggressione nel pomeriggio di ieri a Torino, fuori dalla scuola media ‘Rosselli’ di via Bettino Ricasoli 14. Un gruppo di ragazze avrebbe prima insultato la 13enne, poi dalle parole si è passati ai "fatti", con schiaffi e calci, fino a un pugno in pieno viso, che le ha rotto il naso.

Dopo l'aggressione, il gruppo di ragazze si è dato alla fuga, lasciando la 13enne sola con l'amica in attesa che arrivassero i genitori. La ragazzina aggredita è stata accompagnata in ospedale, dove è stata medicata. Sul caso indagheranno i carabinieri. Magari, scrive TorinoToday, partendo da una serie di segnalazioni e denunce che nel recente passato erano state fatte dalla dirigente scolastica della 'Rosselli' e da alcuni genitori proprio su episodi di razzismo e omolesbobitranfobia.

Aggressione omofoba a Torino: "Ferita inferta a tutta la comunità scolastica e alla città"

"A distanza di meno di una settimana da una giovane e popolata manifestazione contro l'odio e l’omolesbobitranfobia ecco che si ripetono fatti di cui non vorremmo più parlare. La nostra solidarietà a Eva è alla sua mamma Tiziana che con coraggio hanno denunciato un fatto gravissimo. Il naso di Eva guarirà ma la ferita inferta è alla comunità scolastica e a tutta la città", denuncia Alessandro Battaglia a nome del Coordinamento Torino Pride.

"Da sempre diciamo quanto parlare con i ragazzi e le ragazze nelle scuole sia importantissimo ma ancora ci sentiamo rispondere che di certe cose non si deve parlare per non turbare la mente dei ragazzi e delle ragazze. Siamo pieni e piene di rabbia ma sappiamo che il lavoro culturale che ci porterà ad essere una società migliore e inclusiva è lungo e difficile. Invitiamo la dirigente scolastica ad affrontare insieme a noi questo percorso e speriamo che il coraggio di Eva e delle sue amiche non venga scalfito da un episodio che tutti e tutte insieme dobbiamo combattere. Per i bulli e i loro genitori ci auguriamo possa iniziare un percorso di conoscenza e informazione che li renda consapevoli della gravità di alcuni gesti. Non tutto è perduto e noi siamo a completa disposizione", conclude Battaglia. 

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