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Venerdì, 19 Aprile 2024
SALUTE

"L'Oms ha sbagliato: la carne rossa non fa venire il cancro"

La polemica sulla comunicazione e sull'uso delle parole fatto dall'organizzazione: "Cancerogeno vuol dire che genera il cancro ma la carne non fa venire il tumore". Ma questa è l'occasione per rilanciare la "dieta mediterranea"

"Credo che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) abbia fatto degli errori di comunicazione, perché cancerogeno vuol dire che genera il cancro ma la carne non fa venire il tumore" così afferma il professor Giovanni De Gaetano, direttore del dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell'Irccs Neuromed, durante il convegno "Dieta mediterranea: dai prodotto molisani al progetto Moli-Sani", organizzato a Campobasso nell'ambito delle iniziative "Expo e territori".

La carne "aumenta il rischio che, con altre situazioni, si possa verificare un fatto tumorale. Ma dare l'idea che A causa B - ha proseguito De Gaetano - è una falsa informazione. Il dato scientifico c'è, lo sappiamo anche noi e lo sappiamo dagli studi sulla dieta mediterranea: chi consuma carne frequentemente ha un rischio maggiore di malattie cardiovascolari o di tumori, ma questo non vuol dire che la carne provoca l'infarto o il cancro". 

D'accordo anche il professor Giovanni Scapagnini, neuro-scienziato socio fondatore della Sinut e uno dei direttori dell'International Council of Genetics, Nutrition and Fitness for Health', che ha fatto notare che sulla carne rossa e la carne lavorata "l'Oms fa riferimento a delle statistiche: il messaggio è sicuramente pesante, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono variabili che non trapelano da questo messaggio" Il professor Scapagnini sottolinea che è "importante ricordare tre variabili: che carne stiamo mangiando e quindi come è stata trattata, come viene cucinata e con che cosa mangiamo la carne. Nel contesto della dieta mediterranea la carne mangiata con un grande quantitativo di fibre è una carne assolutamente 'safe', dal mio punto di vista, soprattutto se si tratta di carne proveniente da allevamenti controllati". 

"Moli-sani" è un progetto epidemiologico sui fattori di rischio e prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori, che ha completato nel 2010 la prima fase di reclutamento con avviata con un finanziamento di 3 milioni di euro. Fase di grande successo se si pensa all'elevato numero di adesioni e che ha permesso di raccogliere un milione di campioni biologici in una biobanca dedicata al progetto. Un dato emerso dal check-up continuo realizzato negli ultimi dieci anni è che nonostante la dieta mediterranea incida positivamente sulla salute non se ne registra un'elevata adesione. Quindi questo tipo di cultura alimentare deve diffondersi di più. Facendo un raffronto tra i cittadini seguiti prima e dopo l'inizio della crisi economica ciò che emerge è che cala anche il grado di adesione a uno stile di vita caratterizzato della regole della dieta mediterranea in base alle condizioni socio-economiche. Il progetto ha coinvolto in cinque anni quasi 25mila residenti in Molise, uomini e donne, di età superiore ai 35 anni e sta contribuendo a fare del Molise un laboratorio virtuale per la prevenzione dei tumori e delle malattie cardiovascolari. Tre sono gli obiettivi dello studio: il rapporto tra i fattori genetici e quelli ambientali nel determinare il rischio di patologie cardiovascolari, tumorali e neurodegenerative.

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