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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Migranti, i numeri smontano (di nuovo) la propaganda contro le Ong

Anche in base ai dati più aggiornati, quelli di giugno 2019, la presenza di Ong al largo non influisce sul numero di partenze dalla Libia. Il presunto pull factor non esiste. Villa (Ispi): "Con Sea Watch al largo, dalla Libia sono partite 26 persone al giorno. Senza Ong, 94"

Partiamo (per l'ennesima volta) dai fatti: anche in base ai dati più aggiornati la presenza di Ong al largo non influisce in alcun modo sul numero di partenze dalla Libia. Il presunto pull factor non esiste. Non è mai stato vero che la presenza di navi di Ong nel Mar Mediterraneo abbia spinto un maggior numero di migranti a tentare la traversta verso le coste europee, come vorrebbe tanta propaganda, veicolata in maniera incessante da mesi a questa parte da chi ha deciso di porre il tema immigrazione al centro del dibattito pubblico e politico. 

Esponenti di entrambi i partiti che formano la maggioranza al governo del Paese hanno sostenuto in tempi diversi che alle organizzazioni non governative che soccorrono i migranti nel Mediterraneo andrebbe data almeno parte della responsabilità di attirarli verso il mare con la loro semplice presenza: è un'affermazione falsa. Il lavoro di Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto di studi politici italiano (Ispi), è continuo: da tempo esamina i dati sull’attività delle navi e le partenze dalla Libia, e lo ha fatto anche per quel che riguarda il mese di giugno. SeaWatch 3 è intanto ormai da quasi 13 giorni al largo di Lampedusa. Lo stallo non si sblocca. "Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca" dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha fatto della lotta alle navi della Ong che soccorrono i migranti un vero e proprio cavallo di battaglia.

Migranti, il pull factor delle Ong è smentito dai dati

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"Tra l'1 maggio e il 21 giugno dalla Libia sono partite almeno 3.926 persone - scrive Matteo Villa su Twitter - Con Ong al largo, 62 partenze al giorno. Senza Ong, 76 partenze. Limitandosi al solo mese di giugno, i numeri destano ancora maggiore impressione. Con la nave Sea Watch 3 al largo, dalla Libia sono partite 26 persone al giorno. Senza Ong, 94 partenze". Ripetiamo: sono numeri, non interpretazioni.

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In tutto, continua Villa, "tra l'1 maggio e il 21 giugno dalla Libia sono partite almeno 3.962 persone. 431 partite quando le Ong erano al largo delle coste libiche. 3.495 partite senza nessun assetto europeo (pubblicamente) in mare a fare ricerca e soccorso".

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La differenza tra le partenze al giorno dalla Libia, con o senza Ong, non è significativa. E' cristallino, e non da oggi: non c'è alcuna correlazione tra attività Ong in mare e partenze. Inquinare il dibattito con informazioni false sul presunto pull factor delle navi umanitarie non dovrebbe essere consentito: se tali affermazioni provengono da persone che hanno responsabilità di governo è ancora più grave. Il pull factor delle Ong è da almeno un anno un pilastro della dialettica sovranista, ma non trova riscontri.

Emma Bonino: "Una vergogna dell'Europa oltre che dell'Italia''

''Non riesco a pensare che un continente di 500 milioni di abitanti assista senza colpo ferire a 42 profughi che da 10 giorni ciondolano di fronte a Lampedusa. Non riesco ad assuefarmi. Perché questa è una vergogna dell'Europa oltre che dell'Italia''. Lo ha detto la leader di +Europa, Emma Bonino, intervenendo all'assemblea del partito, a proposito della Sea Watch 3.

''E mentre questo avviene, esattamente come i narcotrafficanti con il proibizionismo, è stato già trovato un altro modo per farli sbarcare quatti quatti, senza scomodare né Salvini né Toninelli, che hanno altro da fare: la barca madre con i barchini figli. Mi diceva il Capitano De Falco: quello che non si vuole capire è che le persone in mare si chiamano naufraghi. Che diventano poi rifugiati o migranti una volta che sono a terra. Ma quando sono in mare si chiamano naufraghi. Chiunque va per mare - ha concluso Bonino - sa che prima si salvano le  persone, poi si discute''.

Sea Watch si rivolge alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha ricevuto venerdì sera una richiesta di "misure provvisorie" dalla nave Sea Watch affinché sia consentito lo sbarco dei passeggeri, che da una dozzina di giorni sono in mare, al largo delle coste dell'isola di Lampedusa. La Corte ha posto delle domande alle parti, cioè al governo italiano e alla Sea Watch, che dovrebbero rispondere entro il pomeriggio di oggi.

"Rispetto alla notizia del ricorso urgente alla Corte dei diritti umani che non è stata diffusa da Sea Watch, commentiamo dicendo che effettivamente è stato fatto un ricorso non dall'organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla corte europea" spiega Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch. "In particolare, il ricorso è stato fatto in riferimento all'art.3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante e si chiede quindi alla Corte di indicare all'Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette in questo momento nell'interesse della tutela della loro dignità".

Da Torino disponibilità ad accogliere i migranti della Sea Watch

"La diocesi di Torino è disponibile ad accogliere le persone che sono a bordo della Sea Watch al largo di Lampedusa, senza oneri per lo Stato, perché al più presto si possa risolvere una situazione grave e ingiusta". Lo dice l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, al termine della messa per San Giovanni, patrono di Torino. "Come vescovo e come cristiano sento tanta sofferenza", ha aggiunto invocando l'aiuto di San Giovanni "che ha sempre difeso i poveri".

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