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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Open Arms a Lampedusa: nuovo strappo, Trenta si smarca da Salvini

La nave della Ong spagnola con a bordo 147 migranti davanti a Lampedusa: il nuovo divieto d’ingresso nelle acque territoriali italiane voluto da Salvini non è stato firmato dalla ministra della Difesa Trenta. L'Ong su Twitter: "La fine è vicina"

Ieri il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Open Arms, sospendendo il divieto di ingresso in acque italiane della nave della Ong spagnola con a bordo 147 migranti. La nave ora, come comunica l'Ong stessa su Twitter "è già in acque italiane con l'autorizzazione delle autorità. Il decreto Salvini ha cessato di essere in vigore nonostante le nuove minacce. Non abbiamo ancora i permessi per accedere al porto. Una lunga notte, ma la fine è vicina", si augurano. Tuttavia il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha firmato un nuovo divieto: "Nessuno sbarco". Il Viminale ha anche annunciato un ricorso contro l'ok del Tar. La Spagna si è detta disponibile ad accogliere una parte dei migranti. 

Open Arms è arrivata a Lampedusa: strappo Trenta-Salvini

La Open Arms è all'ancora a ridosso dell'isola di Lampedusa, nella zona di Cala Francese, a poche centinaia di metri dall'entrata del porto. Le condizioni del mare non sono buone e, stando alle previsioni, permarranno così per tutta la giornata. Varie motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti dell'imbarcazione della Ong catalana che si è diretta verso l'isola delle Pelagie, scortata da due navi militari.

Fonti del Viminale riferisconio all’agenzia Ansa che il nuovo divieto d’ingresso nelle acque territoriali italiane per la nave Open Arms, predisposto d’urgenza dal ministro Salvini dopo la decisione del Tar del Lazio di dare via libera all’imbarcazione della Ong, non è stato firmato dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Uno strappo non imprevisto, già anticipatoinfatti  in larga misura dalla decisione della stessa Trenta di ordinare alla Marina militare di scortare con proprie navi la Open Arms verso il territorio italiano.

Trenta: "Non firmo, politica non può perdere umanità"

"Ho deciso di non firmare il nuovo decreto del ministro degli interni volto a negare l'ingresso, il transito e la sosta nelle acque territoriali della nave dell'Ong Open Arms a seguito della sospensiva disposta dal Tar del Lazio sul precedente analogo provvedimento". Così in una nota il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. "Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. Non dobbiamo mai dimenticare - rileva il ministro - che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l'umanità. Per questo non ho firmato".

"Non si può infatti ritenere - sottolinea ancora Trenta -che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall'autorità giudiziaria (sussistenza di fumus boni iuris e periculum in mora), che anzi si sono verosimilmente aggravati". In tale contesto, sottolinea il ministro, "la mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un'esplicita disponibilità all'assistenza delle persone maggiormente bisognevoli".

Non si può in questo passaggio non sottolineare come, fino a quando non è esplosa l'attuale crisi di governo, il Movimento 5 stelle, di cui Trenta è "espressione", non aveva mai ostacolato in maniera così netta la politica salviniana dei "porti chiusi".

Alle parole di Trenta Salvini ha replicato così: "Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani".

Open Arms, perché il Tar ha deciso così

La decisione del Tribunale amministrativo della regione Lazio è stata presa "alla luce della documentazione prodotta (medical report e relazione psicologica) e della prospettata situazione di eccezionale gravità e urgenza", che giustifica l'ok alla richiesta presentata. La squadra di legali di Open Arms ha di fatto contestato il decreto nelle sedi opportune e con ottimi argomenti. "Siamo lieti di constatare come, ancora una volta, dopo il Tribunale per i Minori, anche il Tar abbia ritenuto di dover intervenire per tutelare la vita e la dignità delle persone - ha sottolineato Open Arms - e abbia riconosciuto le ragioni della nostra azione in mare, ribadendo la non violabilità delle Convenzioni internazionali e del diritto del mare".

Open Arms, perché il Viminale continua a negare lo sbarco

Il Viminale però rimane fermo sulle posizioni già prese in passato in casi simili. "Continuo e continuerò a negare lo sbarco a chi pretende di portare dei clandestini sempre e solo in Italia", dice Salvini: "Se qualcuno la pensa diversamente se ne assuma la responsabilità". Il nuovo provvedimento si motiva, ha spiegato il Viminale, perché ai fatti citati nel provvedimento sub judice se ne sono aggiunti altri. Per giorni, secondo il ministero, Open Arms si è trattenuta in acque sar libiche e maltesi, ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l`obiettivo politico di portarle in Italia. Il premier Conte ha chiesto di "mettere in sicurezza i minori" a bordo della nave.

Fratoianni (Sinistra italiana): "Salvini deve lasciare il Viminale"

''È bello fare lo 'sbruffone da spiaggia' con 500 disperati in cerca di salvezza e di un porto sicuro, vero Salvini?''. Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. ''Peraltro dopo la sentenza del Tar sulla Open Arms - prosegue il parlamentare di Leu - ora non ci sono più alibi: un ministro senza maggioranza, che ha abusato dei suoi poteri e sopratutto senza dignità, l'unica cosa che deve fare è lasciare il Viminale''. ''Mi auguro che nelle prossime ore le autorità italiane e le nostre forze armate - conclude Fratoianni - facciano sbarcare e prestino assistenza ai naufraghi dalle navi Open Arms e Ocean Viking, per ragioni di umanità e per il loro onore''.

Meloni (Fratelli d'Italia): "Serve blocco navale"

"I giudici amministrativi del Tar del Lazio reputano di poter decidere le politiche migratorie dell'Italia fregandosene della volontà del Parlamento. Ora hanno deciso che la nave della Ong spagnola Open Arms può sbarcare tutti i clandestini che ha a bordo in Italia. Per quanto tempo dobbiamo ancora subire questa follia? Il problema va risolto a monte con il blocco navale per impedire ai barconi di partire. Possibile che solo Fratelli d'Italia lo chieda?". È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Come abbiamo già spiegato più volte, il blocco navale è pura propaganda.

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I migranti ammassati sul ponte della nave Open Arms (Foto Twitter/Open Arms)

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