Fiat Pomigliano, stipendio ma niente lavoro per i 19 operai Fiom
Gli operai - trapela dal Lingotto - saranno retribuiti regolarmente ma dispensati dall'attività lavorativa, perché non c'è lavoro a causa della crisi
Retribuzione regolare ma nessuna possibilità, al momento, di tornare a lavoro in fabbrica per i 19 operai della Fiom assunti in Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso novembre dietro disposizione della Corte d'Appello di Roma.
E' quanto si apprende da fonti sindacali. Gli operai - trapela dal Lingotto - saranno retribuiti regolarmente ma dispensati dall'attività lavorativa, perché non c'è lavoro a causa della crisi.
Dopo tre settimane di corso di formazione e una settimana di cassa integrazione, gli operai iscritti alla Fiom, si sono presentati in fabbrica al primo turno, quello delle sei di mattina, non avendo ricevuto indicazioni, nei giorni precedenti, su orari e mansioni a loro attribuiti, spiegano fonti sindacali.
PARLANO GLI OPERAI: "UMILIATI"
Ma agli operai, sempre stando a fonti del sindacato, non è stato consentito di passare il badge e di registrare il proprio ingresso ed è stato loro comunicato, solo verbalmente, che avrebbero ricevuto regolare stipendio ma senza possibilità di lavorare.
Le tute blu, dunque, sono state invitate a tornare a casa. Ma i lavoratori in questione sono rimasti all'interno dello stabilimento, nella saletta dove avevano svolto il corso di formazione, in attesa di una comunicazione ufficiale scritta.
La Fiom è pronta alle vie legali: lo ha annunciato il leader Maurizio Landini. Quello del Lingotto, a giudizio di Landini è un "comportamento non solo autoritario, ma un vero e proprio sberleffo alla Costituzione e alle leggi del paese". Secondo Landini "la scelta della Fiat di pagare i 19 lavoratori purché non siano presenti in fabbrica, non abbiano accesso alle linee produttive, conferma come sia in atto un'esplicita politica discriminatoria nei confronti dei lavoratori che scelgono di iscriversi alla Fiom".