Lamina, morto anche Giancarlo Barbieri: era entrato nel forno per soccorrere gli operai svenuti
Giancarlo Barbieri, 61 anni, operaio della Lamina spa, è la quarta vittima della strage di via Rho dove hanno perso la vita sua fratello Arrigo, Marco Santamaria e Giuseppe Setzu
Giancarlo Barbieri, 61 anni, operaio della Lamina spa, è la quarta vittima della strage di via Rho, a Milano. Giancarlo era stato il primo ad accorrere in aiuto dei due operai svenuti nel forno sotterraneo dell'azienda di via Rho, dove martedì pomeriggio hanno trovato la morte suo fratello Arrigo, di quattro anni più piccolo, Marco Santamaria e Giuseppe Setzu.
Come riferisce Carmine Guarino di MilanoToday, l'ultimo a entrare nel forno è stato invece Giuseppe Setzu che nonostante l'allarme fosse già scattato si è "letteralmente lanciato in quel fosso diventato per tutti una trappola senza via d'uscita".
Arrigo, Marco e Giuseppe sono stati soccorsi in arresto cardiocircolatorio e dichiarati deceduti dopo il trasporto negli ospedali di Monza e Milano. Fino a giovedì, invece, Giancarlo è rimasto attaccato all'Ecmo, un macchinario che ha pompato aria nei suoi polmoni. Alle 13.30, poi, la tragica svolta: i medici del San Raffaele, dopo giorni di disperati tentativi di riuscire nel miracolo, si sono arresi.
Operai morti alla Lamina Spa, la dinamica della tragedia
Come ricostruisce MilanoToday, Marco e Arrigo, responsabile della produzione, sono stati i primi a percorrere le scale che portano all'area del forno utilizzato per la fusioni di metalli come acciaio e titanio, che in giornata aveva avuto un guasto. Dopo pochi secondi, a causa dell’aria carica di azoto, i due sono svenuti. Una volta caduti a terra, per loro non c’è stato più nulla da fare perché l’azoto è un gas più pesante dell’ossigeno e perciò si è depositato nella parte più bassa della struttura. Il primo ad accorrere in loro aiuto è stato proprio Giancarlo, ormai prossimo alla pensione e fratello di Arrigo.
Aperto un fascicolo
Sulla morte dei tre operai la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Tra gli aspetti ancora da chiarire, eventuali malfunzionamenti del sistema di sicurezza e dell’allarme del forno che avrebbe dovuto scattare segnalando la fuoriuscita del gas. Inquirenti e investigatori dovranno anche verificare se siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza, a partire dall’obbligo per gli operai di indossare maschere protettive.