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Giovedì, 28 Marzo 2024
La politica dov'è? / Varese

Un altro operaio morto sul lavoro: la strage quotidiana (e silenziosa)

Un uomo di 49 anni è rimasto schiacciato da un tornio meccanico in una fabbrica di Busto Arsizio: è morto in un incidente simile a quello che ha coinvolto la giovane Luana D'Orazio. Le morti bianche in Italia sono ancora troppe: 185 secondo i dati dell'Inail nei primi tre mesi del 2021. Due vittime ogni 48 ore

È una strage quotidiana e, purtroppo, anche silenziosa quella dei morti sul lavoro, perché spesso fa fatica a diventare un tema "da prima pagina", oltre che di interesse politico reale. Nel giorno in cui la procura di Prato ha aperto un'inchiesta sulla morte della giovane operaia Luana D'Orazio per capire la dinamica dell'incidente che ha causato la morte della 22enne in un'azienda tessile a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato, un altro incidente mortale sul lavoro oggi riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle fabbriche italiane.

L'operaio morto a Busto Arsizio schiacciato da un tornio

Il grave incidente è avvenuto questa mattina a Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove un operaio di 49 anni è rimasto schiacciato da un tornio meccanico presso la ditta Bandera, azienda di lavorazione di materie plastiche. L'uomo è morto in ospedale. Secondo una prima ricostruzione, l'operaio è rimasto schiacciato da un'enorme fresa industriale, in un incidente simile a quello che ha coinvolto la giovane Luana D'Orazio pochi giorni fa. Per il 49enne, trasportato d'urgenza con un elicottero in ospedale a Legnano in gravi condizioni, i medici non hanno potuto fare nulla. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri, polizia locale e soccorritori del 118. Accertamenti sono in corso per stabilire con esattezza la dinamica dell'incidente.

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Morire sul lavoro: la strage quotidiana 

Le morti bianche in Italia sono ancora troppe e spesso sono dovute alla mancanza delle misure di sicurezza, come denunciano regolarmente i sindacati.  Secondo i dati dell'Inail sul primo trimestre del 2021 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'istituto entro il mese di marzo sono state 185, ben 19 in più rispetto alle 166 registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%), effetto, sottolinea l'Inail, degli incrementi osservati in tutti i mesi del 2021 rispetto a quelli del 2020. In sostanza due persone ogni giorno muoiono mentre fanno il loro lavoro. Sabato scorso, in occasione della Festa del lavoro del Primo maggio, la denuncia era arrivata chiara e forte dai sindacati: "L'anno scorso oltre 2000 lavoratori e lavoratrici morti, 185 morti nei primi tre mesi 2021. Pretendiamo zero morti sul lavoro". "Non si può morire sul lavoro come accadeva 30 o 40 anni fa - dice Maurizio Landini (Cgil) -. La pandemia non ci ha ancora insegnato che la sicurezza sul posto di lavoro deve essere un investimento e non un costo. Nell'era del lavoro a distanza si continua a morire in presenza".

Le indagini sulla morte di Luana D'Orazio

Già il 29 aprile scorso si era rischiata una strage: una trave aveva ceduto nel deposito Amazon di Alessandria, investendo sei persone e causando un morto e cinque feriti. Nelle stesse ore nel porto di Taranto aveva perso la vita un gruista di 49 anni, precipitato sulla banchina. Mattia Battistetti, 23 anni, operaio edile, è invece morto schiacciato da un carico staccato da una gru, in un cantiere a Montebelluna in provincia di Treviso. I funerali saranno celebrati oggi in Duomo. 

E ha destato grossa emozione la morte di Luana D'Orazio, deceduta a soli 22 anni in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto lunedì 3 maggio in un'azienda tessile a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. La giovane, mamma di un bambino di 5 anni, residente a Pistoia con i genitori e il fratello, lavorava nell'azienda da circa un anno: sarebbe rimasta intrappolata in un macchinario, un orditoio, dopo essere stata trascinata dal rullo. È morta sul colpo. La procura di Prato ha aperto un’inchiesta. Il dipartimento di prevenzione e sicurezza sul lavoro dell’Asl Centro sta portando avanti le indagini per comprendere la dinamica dell’incidente. Il nodo cruciale è scoprire se si sia trattato di un malfunzionamento dell'orditoio o di una negligenza umana. Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Le iscrizioni sarebbero legate agli accertamenti tecnici che si stanno anche concentrando sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario tessile. Nelle prossime ore il pubblico ministero nominerà i periti per gli accertamenti tecnici sui documenti raccolti dalla polizia giudiziaria. 

I reati ipotizzati sono omicidio colposo con rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, a causa delle violazioni delle norme per la sicurezza. Gli iscritti nel registro degli indagati sono la titolare dell'azienda e il responsabile della manutenzione dei macchinari dell'impresa. L'iscrizione da parte del pubblico ministero Vincenzo Nitti si è resa necessaria affinché i due indagati possano nominare un loro consulente per assistere all'autopsia nei prossimi giorni, probabilmente venerdì.

L'ipotesi degli investigatori della polizia giudiziaria - gli accertamenti sono condotti con i tecnici della Asl - è che Luana D'Orazio sia stata stritolata dall'orditoio perché sarebbe stata rimossa la saracinesca protettiva, cioè il meccanismo destinato a prevenire gli infortuni. Gli inquirenti ieri hanno ascoltato anche alcuni colleghi della giovane per ricostruire con esattezza la dinamica dell'infortunio mortale. "Stiamo lavorando per capire se e cosa non abbia funzionato nel macchinario, compresa la fotocellula di sicurezza - ha spiegato il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi -. Abbiamo ricevuto i rilievi e ora nomineremo i periti per gli accertamenti tecnici sui documenti raccolti dalla polizia giudiziaria". Venerdì si terrà uno sciopero di quattro ore dei lavoratori della provincia di Prato.
 

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