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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
La polemica / Torino

Orinatoi a forma di bocca di donna: bufera su una palestra torinese

I gestori si difendono: "Sono opere d'arte", ma sui social esplode la polemica con tanti che accusano la palestra di sessismo contro le donne

Nei bagni maschili sono presenti orinatoi a forma di bocca di donna e in rete esplode la polemica. Succede in una palestra di Torino, attaccata frontalmente dalla cantante e vocal coach Greta Squillace su Instagram senza mezzi termini:"Immagino già i commenti dei fenomeni che pisceranno lì dentro...fossi in voi mi vergognerei".

La palestra fa parte di una grande una grande catena multinazionale con centri fitness in numerose città europee, la Mc Fit. E la risposta dei gestori, all'influencer, non è esattamente edificante: "Sentiti sempre libera di urinare in quelli delle donne. Spread the love" hanno immediatamente commentato i gestori. Parole per molti imbarazzanti che hanno scatenato una vera e propria ondata di commenti indignati. 

"Nonostante l’indignazione apparente le donne continuano a subire inaudite violenze occorre un cambiamento culturale che pare impossibile visto che hanno fatto orinatoi a forma di bocca di donna" scrive un utente di X (l'ex-Twitter). 

"Dopo aver orinato in queste bocche di donna, questi uomini torneranno ad allenarsi, insieme alle donne presenti nel centro. Mi correggo, insieme alle portatrici di bocche in cui orinare. Perché Mc Fit ha voluto incoraggiare il rinforzo di questa meravigliosa visione pornografica" commenta sempre su X un altro utente.

La palestra ha provato, a questo punto, a correre ai ripari con una risposta più circostanziata e meno emotiva. I gestori hanno spiegato che quel modello di orinatoio è presente in "7-8 palestre in Italia e svariate altre in diversi Paesi europei". Il design pare ispirato al famoso logo (quello della 'linguaccia') dei Rolling Stones, mentre altri utenti che lo attribuiscono a una nota graphic designer olandese. "Quelle più recenti hanno degli orinatoi a muro a forma tradizionale. È design, sono opere d’arte, ci dispiace se abbiamo offeso qualcuno" puntualizzano i gestori.

Giustificazioni che però non sono bastate a placare le ondate di accuse di patriarcato e sessismo di molti cittadini che continuano a riversare sul web tutta la loro indignazione. 

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