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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Rovigo

Procreazione assistita, l’ospedale di Rovigo cerca biologhe non obiettrici

Il bando per "assicurare la continuità del servizio" dopo la scelta di obiezione di coscienza da parte di due biologhe del Centro di procreazione medicalmente assistita

Dopo Roma ecco Rovigo. Stavolta però l'obiezione di coscienza non riguarda l'aborto, ma la fecondazione assistita. La scelta dell’obiezione di coscienza da parte di due biologhe del Centro di procreazione medicalmente assistita (Pma) dell’ospedale di Trecenta (Rovigo) ha costretto l’Usl a fare altre due assunzioni per garantire la continuità del servizio.

 Le due nuove biologhe, secondo quanto riferisce il quotidiano "Il Gazzettino", sono state selezionate con un bando nel quale si precisava che l’obiezione costituiva «giusta causa di recesso dell’Azienda, in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile».

La fecondazione eterologa è stata riconosciuta in specifici casi con la sentenza della Corte di Cassazione di tre anni fa. Secondo le ricostruzioni, la scelta delle due professioniste avrebbe rallentato se non addirittura fermato il percorso che stavano compiendo 150 coppie. Il bando, che scadeva a novembre, sarebbe stato creato per un posto nel laboratorio specializzato nell’attività di procreazione medicalmente assistita. All’assunzione formale si è aggiunta anche la stabilizzazione di un precario e alla aggiunta di un altro medico.

Secondo il direttore dell’Usl 18 di Rovigo, Domenico Compostella, «l'obiettivo è quello di assicurare la continuità dell’attività, anche perché l’erogazione della procreazione medicalmente assistita rientra tra i Livelli essenziali di assistenza stabiliti dal ministero della Salute. E la figura del biologo è fondamentale». Prima di formulare il bando, con la specifica dell’obiezione quale «giusta causa» per la risoluzione del rapporto, il direttore ha chiesto un parere giuridico-amministrativo, e la risposta è stata che non violava alcuna norma, proprio in relazione all’attività specifica che queste figure professionali sono chiamate a svolgere.

Nel 2016 il centro dell’ospedale San Luca di Trecenta ha seguito i casi di 215 coppie, con un esito di 62 gravidanze. Quando le due professioniste si sono dichiarate obiettrici, oltre alle 150 coppie che stavano seguendo il percorso di procreazione medicalmente assistita, c’erano altre 320 coppie in attesa.

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