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Sabato, 20 Aprile 2024
Lega Nord

"Con i soldi pubblici una paghetta ai figli di Bossi da 5 mila euro"

Secondo la ricostruzione dei magistrati, Renzo e Riccardo Bossi, figli del Senatur, ricevevano un "vitalizio" mensile per le loro spese. "Bossi sapeva tutto"

MILANO - Nel terremoto politico-giudiziario che sta minando i vertici della Lega, quella di ieri è certamente la "scossa" più forte. Umberto Bossi è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta riguardante i rimborsi elettorali del Carroccio, con l'accusa di truffa ai danni dello Stato in concorso con l'ex tesoriere del partito Francesco Belsito. Per i figli Renzo e Riccardo, invece, l'ipotesi è di reato è di appropriazione indebita.

Una 'paghettà' mensile da circa 5 mila euro a testa per Renzo 'il Trota' e per Riccardo. Per questo cospicuo 'mantenimento' con i soldi del partito, che forse durava almeno da 4 anni, i due figli di Umberto Bossi sono da ieri formalmente indagati. L'accusa è appropriazione indebita del denaro del Carroccio, che sarebbe stato utilizzato poi anche per le loro spese 'extra', dalle multe al noleggio di auto, come documentato dalle carte saltate fuori dalla famosa cartella 'The Family'.

IL TROTA IN VACANZA IN MAROCCO - Gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno cercato ieri l'ormai ex consigliere regionale lombardo per notificargli l'informazione di garanzia della Procura milanese, ma non l'hanno trovato, perché 'il Trota', da quanto si è saputo, è in vacanza in Marocco. Riccardo, invece, per ricevere l'atto sembra si sia presentato direttamente nel pomeriggio in via Bellerio, dove il padre già in mattinata aveva ricevuto la 'visita' della Gdf.

IL "VITALIZIO" MENSILE E LE LETTERE A BELSITO - Pare, stando ai riscontri trovati dagli inquirenti (testimonianze e documenti), che il leader della Lega fosse a conoscenza di quel 'vitalizio' mensile a spese del Carroccio per i due figli più grandi, che potrebbe essere stato corrisposto dal 2008 al 2011, sfiorando un totale di circa 500 mila euro. "Ne ho parlato con papà", scriveva Riccardo in una lettera indirizzata all'allora tesoriere Francesco Belsito, indagato per appropriazione indebita in concorso con i due giovani, perché sarebbe stato lui, gestendo le casse, a 'foraggiarli'. In quella missiva, spuntata sempre dalla cartella 'The Family', il figlio maggiore metteva al corrente l'amministratore di aver già informato "papà" delle sue spese che andavano saldate, tra cui anche quelle legali per alcune cause. Poi faceva l'elenco dei conti da pagare coi soldi del partito. Un'altra lettera era già uscita fuori nei giorni scorsi. Riccardo in quel caso - era il 31 gennaio 2011 - esordiva con un "caro Francesco", poi si arrivava alla lista delle spese con richieste esplicite di pagamenti che andavano dal noleggio di un'auto "fino a febbraio 2011" per un totale di "12.625 euro" fino a "saldare lavoro di carrozzeria" per una macchina ferma dal meccanico.

Dalle indagini, coordinate dall'aggiunto Robledo e dai pm Pellicano e Filippini, sono emersi anche tutta una serie di elementi sulle spese di Renzo, conosciuto ormai anche in Albania per una presunta laurea presa all'Università 'Kristal' (gli inquirenti non hanno al momento trovato riscontri su pagamenti relativi a quel diploma). Coi soldi del Carroccio, infatti, sarebbero state pagate le tante multe 'collezionate' dal 'Trota' con la sua Audi A6. La mole di documenti sequestrati a Belsito e le intercettazioni hanno messo in luce anche versamenti che riguardavano spese di altri familiari: si può citare la fattura per la rinoplastica di Sirio, un altro dei figli di Bossi, come le centinaia di migliaia di euro per la scuola Bosina, fondata da Manuela Marrone.

Proprio la posizione della moglie del Senatur è al vaglio degli inquirenti, assieme a quella della vicepresidente del Senato, Rosi Mauro. Nelle intercettazioni, la responsabile amministrativa Nadia Dagrada e Belsito parlano, tra le altre cose, di "un mutuo da un milione e mezzo di euro fatto con la Pontidafin (società finanziaria della Lega Nord, ndr) per la scuola Bosina e 200-300 mila euro dati ogni anno al Sinpa (il sindacato padano fondato dalla Mauro, ndr)". Gli investigatori dovranno valutare se i soldi versati alla scuola possano o meno rientrare in qualche modo nell'ambito di attività legate al partito. Per quelli finiti al Sinpa, invece, c'è da capire se coi fondi del Carroccio siano state davvero finanziate iniziative o i soldi non siano finiti nelle tasche di qualcuno. Dalle prime analisi una parte sarebbe stata 'girata' ad alcune società.

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