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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Italia

Pamela voleva tornare a casa: "Accoltellata, non è morta per overdose"

Per la morte di Pamela Mastropietro chiesto l'ergastolo per Innocent Oseghale. Il procuratore di Macerata ha spiegato nella requisitoria che la ragazza romana era segregata in casa

Violentata, uccisa e fatta a pezzi: per la morte di Pamela Mastropietro, la ragazza romana trovata cadavere in un trolley a Macerata, la procura della città marchigiana ha chiesto il massimo della pena all'imputato Innocent Oseghale.

Ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi. Questa la richiesta di condanna fatta dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio nella sua requisitoria davanti alla Corte di Assise di Macerata. "È quella che ci aspettavamo" ha detto l'avvocato Marco Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela Mastropietro.

Secondo il procuratore Innocent Oseghale ha accoltellato Pamela Mastropietro per "una reazione istintiva di fronte all'atteggiamento oppositivo della ragazza". 

"Uccisa a coltellate perché voleva fuggire"

"Non abbiamo testimoni diretti, abbiamo varie versioni di Oseghale, poi due versioni ulteriori riferite una al compagno di cella, l'estensore mancato del libro 'Innocent' e l'altra a Vincenzo Marino", ha detto il procuratore.

Le due versioni che Oseghale avrebbe riferito al compagno di cella e al collaboratore di giustizia sono "divergenti", ma secondo il procuratore ciò che ha raccontato Marino, "è suffragato da univoci riscontri esterni e idoneo a supportare un verdetto di condanna insieme ad altri elementi di prova".  

Per Oseghale, secondo il Pm, Pamela era "uno strumento per soddisfare la sua cupidigia sessuale", ha ricordando il contenuto di diverse intercettazioni in cui gli altri nigeriani, inizialmente coinvolti nella vicenda e per i quali è stata chiesta l'archiviazione, parlavano di Oseghale. Tra queste le intercettazioni in cui Awelima Lucky raccontava una telefonata in cui Oseghale gli proponeva di avere rapporti con Pamela.

La ragazza romana "voleva fuggire, doveva tornare a casa, ma non gli è stato permesso di uscire dalla casa. Oseghale quando è uscito a portare la droga, ha chiuso l'appartamento: Pamela era segregata in casa, non poteva fuggire e non aveva il cellulare", ha poi aggiunto il sostituto procuratore Stefania Ciccioli nella sua requisitoria.

Secondo il sostituto procuratore infatti, nella casa di via Spalato Oseghale "ha continuato a pretendere dalla ragazza, stordita, rapporti sessuali a cui evidentemente lei non voleva più accondiscendere", ha sottolineato. Per Ciccioli infatti Pamela "è stata uccisa perché ha voluto sottrarsi a tutto quello che stava capitando nell'abitazione di Oseghale".

La versione della difesa

L'avvocato Umberto Gramenzi, legale insieme al collega Simone Matraxia di Innocent Oseghale, imputato con l'accusa di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro spiega che per la difesa gli esami sono "compatibili" con una morte per overdose e inoltre riteniamo che il "delitto di violenza sessuale non sia stato provato"

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