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Giovedì, 28 Marzo 2024
SCANDALI

Vaticano, il tempo dei "corvi" e dei veleni

Arrestato il presunto colpevole della fuga di documenti riservati dalla Santa Sede: sarebbe il maggiordomo di Benedetto XVI. Dopo la sfiducia al banchiere vaticano Gotti Tedeschi, ancora veleni Oltretevere. Il Pontefice: "Sono addolorato"

ROMA - Se i "corvi" planano nelle stanze vaticane e le "talpe" scavano tra i presunti segreti d'Oltretevere, non è primavera su Piazza San Pietro. La fuga di notizie che ha scosso il Vaticano sarebbe giunta a conclusione, ieri, con l'arresto eccellente del maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele (ma sul suo nome non arrivano conferme ufficiali dalla Santa Sede). Sarebbe lui il presunto responsabile della sottrazione e diffusione di documenti segreti del Papa. Dopo la sfiducia al banchiere dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, poi dimessosi, ecco un nuovo capitolo del romanzo dei veleni che ha investito i vertici del cattolicesimo.

La notizia inizia a circolare su internet. Poi il portavoce vaticano, Federico Lombardi, rompe gli indugi e risponde alle domande dei giornalisti con una dichiarazione scarna. "L'attività di indagine avviata dalla Gendarmeria, secondo istruzioni ricevute dalla Commissione cardinalizia e sotto la direzione del Promotore di Giustizia, ha permesso di individuare una persona in possesso illecito di documenti riservati. Questa persona - ha aggiunto il gesuita - si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti". Nessun nome, nessuna traccia dell'identità del 'corvo' (o 'talpa' che dir si voglia) nelle comunicazioni ufficiali della sala stampa vaticana. Benedetto XVI è "addolorato e colpito", riferisce una fonte vicina al Papa, che sottolinea come "si tratti di vicende dolorose" e come il Pontefice, consapevole della situazione, mostri "partecipazione".

Paolo Gabriele e Benedetto XVI | © TmNewsInfophoto

CHI E' IL MAGGIORDOMO DEL PAPA

FUGA DI NOTIZIE E GOLE PROFONDE D'OLTRETEVERE - Il trono di San Pietro non riesce più a celare i suoi "segreti". Dopo le cronache degli ultimi mesi, l'impressione è questa. Come spiegare altrimenti l'incredibile fuga di notizie in successione, come mai prima d'ora? Gli "spifferi" da Oltretevere cominciano dal 10 febbraio scorso, quando il Fatto Quotidiano titola: "Complotto contro il Papa, entro 12 mesi morirà". Il giornale diretto da Antonio Padellaro pubblicava un appunto strettamente riservato nel quale venivano riferite al Pontefice le affermazioni attribuite al cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, durante un suo viaggio in Cina. In sostanza, secondo quanto riportato dal Fatto, "il cardinale Romeo ha profetizzato la morte di Papa Benedetto XVI entro i prossimi 12 mesi, tanto da far pensare ai suoi interlocutori in Cina che sia in programma un attentato contro il Santo Padre". Il portavoce vaticano Federico Lombardi definì lo "scoop" una "cosa talmente fuori dalla realtà da non meritare nemmeno un commento".

Dopo gli scontri, anche questi affiorati sui giornali, tra il segretario di Stato Tarcisio Bertone e monsignor Carlo Maria Viganò - quest'ultimo accusò alti prelati di avere "gestito allegramente" il patrimonio della Santa Sede e venne mandato "in esilio" come nunzio apostolico a Washington -, il "colpo di grazia" arriva dalla pubblicazione del libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità, le carte segrete di Benedetto XVI" (editrice Chiarelettere). Nuzzi, firma di punta di Libero e già autore di Vaticano SpA, raccoglie documenti riservati e lettere segrete passate sulla scrivania del Pontefice, sfruttando informatori vicinissimi al Papa e svelando vicende e intrighi nei sacri palazzi: carte top secret sul caso Boffo, sul caso Emanuela Orlandi, su un incontro tra Benedetto XVI e Giorgio Napolitano, i report sull'ospedale San Raffaele di Milano e altro ancora. Pochi giorni dopo l'uscita del libro, il Vaticano definisce "un atto criminoso" la pubblicazione dei documenti.

COLPEVOLE O CAPRO ESPIATORIO? - Sulla colpevolezza di Gabriele c'è chi avanza qualche perplessità: "Vuole così bene al Papa che non lo tradirebbe mai", ha detto a La Stampa, sotto garanzia di anominato, il confessore del presunto 'corvo'. "Conosco Paolo da tanti anni - prosegue il monsignore che per alcuni anni ha seguito spiritualmente Paolo Gabriele - e se fossero dimostrate le accuse a suo carico davvero d'ora in avanti non ci sarebbe più da fidarsi di nessuno". E aggiunge: "l'ho seguito spiritualmente e posso testimoniare di aver sempre trovato una persona innamorata della Chiesa, e molto devoto al Papa, prima a Giovanni Paolo II e ora a Benedetto XVI. Conoscendo la sua semplicità, e persino la sua ingenuità, non mi sembra affatto una persona capace di organizzare e gestire un'operazione del genere a meno che non si tratti di una personalità schizofrenica", conclude il confessore.
 

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