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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Crisi economica

Intorno a un albero e vicino agli incroci: le nostre città invase dalle strisce blu

La denuncia arriva dal mensile Quattroruote. La causa: la 'fame di liquidità' dei nostri comuni. Il risultato è che per parcheggiare, ormai, si può solo pagare. Ma spesso quei parcheggi sarebbero in 'sosta vietata'

La 'colpa' è della fame di liquidità dei nostri comuni, alle prese con i tagli dei trasferimenti statali e con il patto di stabilità. Il risultato, per i cittadini, è tra il dispendioso e l'assurdo.

La denuncia arriva dal mensile Quattroruote di febbraio che ha visitato le principali città italiane e racconta l'espansione di quel fenomeno noto come "strisce blu". Un fenomeno che non accenna a fermarsi e che dimostra quanto le ragioni dei bilanci comunali spesso prevalgano sulle elementari regole del diritto.

Il Codice della Strada, informa il mensile, prevede che a un certo numero di spazi blu corrisponda un ugual numero di spazi bianchi. Tuttavia, un comma dello stesso articolo introduce una lunga serie di eccezioni che includono aree pedonali, ztl e zone di ''particolare rilevanza urbanistica''.

SI PAGA OVUNQUE. Eccezioni "evidentemente molto care alle amministrazioni locali, che sono così legittimate ad aumentare le zone a pagamento". L'aumento delle strisce blu coinvolge non solo i centri storici, ma anche le zone periferiche, come ad esempio le strade limitrofe alle fermate della metropolitana milanese a Comasina e Molino Dorino. Non un grande incentivo, osserva il periodico, per chi durante il giorno vorrebbe lasciare l'auto fuori dal centro e proseguire con i mezzi pubblici.

SOSTE PARADOSSALI. Il mensile documenta situazioni paradossali: vengono fatti pagare anche quegli spazi che, se fossero gratuiti, sarebbero off limits e a rischio multa: è il caso di Milano, dove uno spazio blu compare proprio di fronte ad un'area definita 'a rischio esplosione'. Oppure a Roma, dov'è stata creata un'originale convivenza tra spazi bianchi (gratuiti) per motocicli e spazi blu per auto sulla medesima porzione di carreggiata.

Ma il 'virus' delle strisce blu, prosegue il mensile, contagia anche le cittù più piccole, al punto che a Modena uno spazio viene dipinto intorno ad un palo, mentre a Reggio Emilia sembrano essersi dimenticati la norma che prevede almeno 5 metri di distanza tra un incrocio e una zona di sosta.

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