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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Le immagini choc / Foggia

Violenze e abusi sessuali su pazienti psichiatrici: "Ti uccido di mazzate"

Nelle intercettazioni dei carabinieri le immagini delle umiliazioni subite dalle ospiti, disabili e spesso anziane, della struttura sociosanitaria-riabilitativa "Opera Don Uva" di Foggia. Arrestati infermieri e operatori

Umiliate, picchiate, trascinate lungo i corridoi, trascurate nell'igiene e incitate alla violenza. Questo il calvario delle pazienti, in tutto 25, ricoverate nell'ex Istituto Ortofrenico della struttura sociosanitaria-riabilitativa "Opera Don Uva" di Foggia del gruppo Universo Salute. Oggi, 24 gennaio, contro infermieri e operatori - ritenuti responsabili del maltrattamenti - sono intervenuti i carabinieri.

Il gip del tribunale di Foggia Maria Luisa Bencivenga ha disposto 30 ordinanze cautelari (7 arresti in carcere e 8 ai domiciliari, 15 indagati con divieti di dimora) a carico di altrettanti infermieri e operatori socio sanitari educatrici professionali e ausiliari, e del dipendente ausiliario di una società di pulizia. Le accuse, a vario titolo, sono maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale, favoreggiamento personale.

Le intercettazioni choc: "Ti uccido di mazzate"

Le telecamere nascoste piazzate nella struttura hanno permesso di vedere cosa accadeva in quello che doveva essere un luogo sicuro per le pazienti. Le vittime erano tutte donne invalide civili e/o portatrici di disabilità, spesso anziane.  

Alcune sono state afferrate per i capelli e per il corpo, colpite al volto e sul corpo con schiaffi, pugni, spinte, scuotimenti e strattonamenti. A volte erano trascinate per i corridoi. "Mo' te lo devi lavare tu se no ti spacco la faccia", "Che sei convinta che stanno le telecamere?... Io ti do in fronte... Ti uccido di mazzate". Queste alcune delle frasi registrate dalle telecamere nascoste dai carabinieri e riportate nell'ordinanza del gip.

Tra le accuse, limitatamente ad alcuni degli indagati, anche il sequestro di persona e la violenza sessuale. ''Se vieni di qua abbuschi', "Vuoi due schiaffi?", "Fammiti attaccare... Fammiti legare". E ancora: "Dammi un lenzuolo, fammela attaccare", "Vuoi vedere che ti spacco la mazza in testa?" "Io ti sparo in bocca', "Vattene da qua sennò ti infilo il coltello dentro la gola", "Ehi, ti spacco la faccia'', "Io ti ammazzo a te", "Uccidila, uccidila per favore'', "Mo' ti devo chiudere nella stanza", "Ti butto di sotto".

"In alcuni episodi - secondo quanto scrive il gip  - (gli indagati, ndr) incitavano alcune degenti a tenere condotte violente le une contro le altre o assistevano passivamente alle violenze poste in essere dalle degenti in danno le une delle altre". I lavoratori si sarebbero spalleggiati tra loro, senza alzare un dito in auto delle pazienti. Nella struttura c'era un "clima di intimidazione tale da provocare sofferenze morali anche alle degenti che erano mere spettatrici delle violenze fisiche e verbali subite dalle altre e così facevano vivere tutte le persone offese (anche quelle che non venivano spesso fatte direttamente oggetto di aggressioni fisiche o morali) in una condizione di perenne soggezione e paura provocando loro intollerabili sofferenze".
Gli indagati avrebbero agito dunque con crudeltà, "tenendo le condotte verbalmente e fisicamente aggressive anche senza alcun motivo e umiliando le persone offese anche solo al fine di deriderle e di offenderne la dignità". Sapendo anche che le vittime, a causa delle loro condizioni psichiche, familiari e sociali, "non avevano modo di chiedere aiuto o di denunciare l'accaduto a nessuno".  

'Massima collaborazione" viene assicurata in una nota dalla proprietà e dai vertici di Universo Salute. 'Siamo in attesa dei dettagli del lavoro svolto dalla magistratura in collaborazione con la nostra Amministrazione che - dice l'Amministratore delegato di Universo Salute Luca Vigilante - sin dal primo giorno, ha lavorato per la tutela dei pazienti, soprattutto di quelli più fragili sul piano mentale, chiedendo a tutte le organizzazioni sindacali e a tutti i lavoratori l'autorizzazione all'installazione di telecamere anche nelle camere. Questo alla luce della delicatezza del tipo di lavoro. L'autorizzazione ci venne concessa solo in alcune zone, per giunta note a tutti i lavoratori. 'Intanto l'Amministrazione aveva già operato dei licenziamenti per atti non conformi alla dignità e alle regole della comunità. Per cui noi continueremo ad essere cooperativi e collaborativi. Abbiamo provveduto alla sospensione di tutte le persone coinvolte e procederemo ai licenziamenti laddove ce ne saranno gli estremi''.

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