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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le indagini / Arezzo

Scontri tra tifosi in A1, ipotesi incontro organizzato: tre arresti

La polizia indaga fra le chat delle tifoserie mentre la Digos ha già identificato almeno 180 tifosi violenti

La Procura di Arezzo si sta convincendo che gli scontri fra tifosi sulla A1, non sono il frutto di un incontro casuale fra le tifoserie di Napoli e Roma, bensì di un incontro organizzato. Fra le ipotesi anche l’idea che i napoletani volessero vendicare la morte di Ciro Esposito, tifoso partenopeo di 31 anni, ucciso il 3 maggio 2014 da un tifoso romanista fuori dallo stadio Olimpico, dove si giocava la finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Napoli. Intanto la polizia ha arrestato tre tifosi. 

Il sospetto deriva dal fatto che, investigando negli ambienti del tifo ultras, la polizia ha trovato individuato alcuni "passaparola" tra tifoserie nemiche che si sarebbero contattate con messaggi sui social per promettersi un appuntamento in un punto lungo l’autostrada. Infatti la ruggine fra le due tifoserie ha radici profonde e nasce ancora prima dell’omicidio di Ciro Esposito. Si deve partire dal 1987 quando il giocatore del Napoli Salvatore Bagni dopo un gol esultò, sotto la curva della Roma, con il gesto dell'ombrello. In realtà i rapporti si sono guastati definitivamente dopo l'uccisione del napoletano Ciro Esposito.

Il reato di rissa e i primi identificati 

Intanto sono stati arrestati tre ultras della Roma e sono circa 180 gli ultras identificati che avrebbero partecipato alle violenze dell'autogrill di Badia al Pino (Arezzo). In particolare, sono un centinaio gli ultras romanisti identificati a Milano in occasione della gara tra Milan e Roma e 80 i napoletani a Genova, dove si è giocata Sampdoria-Napoli. Sono al vaglio le immagini registrate dalle telecamere del sistema di sicurezza dell’autogrill. Tutti rischiano la prima accusa già pronta a muovere la Procura aretina: rissa aggravata.

Proprio da quelle immagini si vede come sono andate le cose. I tafferugli, con lancio di bombe carta e fumogeni, hanno visto coinvolti intorno alle 13 di domenica 8 gennaio 2023 quando circa 350 tifosi del Napoli si sono fermati nell’area di servizio Badia al Pino est. Sul posto c'era già il personale delle forze di polizia intervenuto con un'ordinanza di servizio del questore di Arezzo, per impedire che un gruppo di tifosi romanisti di cui si era avuto notizia, in transito lungo lo stesso itinerario per raggiungere Milano, potesse venire a contatto con i partenopei.

I tifosi della Roma, molto probabilmente avvisati della presenza dei napoletani, hanno rallentato la marcia fino a fermarsi all’altezza dell’area di sosta mentre una parte della tifoseria del Napoli posizionatasi lungo la recinzione, ha iniziato a lanciare oggetti contundenti verso le auto lungo la carreggiata. Entrambi i gruppi in pochi istanti si sono spostati verso l’uscita dell’autogrill dove si sono scontrarti". I tifosi giallorossi dopo circa 15 minuti sarebbero ripartiti, mentre gli altri sono rimasti nell’area di servizio per essere poi scortati fino a Genova dalla polizia. Al pronto soccorso invece c'è finito un sostenitore della Roma che, accompagnato in auto da un amico, si è recato all’ospedale San Donato riportando numerose ferite da taglio alle gambe.

La posizione del Napoli calcio 

Intanto "Il Calcio Napoli condanna fermamente gli atti e i comportamenti di alcuni presunti tifosi, che purtroppo ancora frequentano gli stadi italiani, creando da sempre per i veri appassionati disagi e pericoli. Terrorizzando, come è successo ieri sull'autostrada A1, anche persone che tra l'altro erano completamente estranee a qualunque tifo calcistico. L'Inghilterra negli anni '80 ha estirpato i facinorosi dagli stadi rendendo il calcio inglese il più sicuro e spettacolare del mondo, con provvedimenti drastici ma efficaci". Così il Napoli in una nota all'indomani degli scontri tra i propri tifosi e quelli giallorossi sull'A1 all'altezza di Arezzo. "Auspichiamo che il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, voglia prendere una volta per tutte iniziative appropriate e radicali. Sarebbe ingiusto, per colpa di poche centinaia di individui, vietare le trasferte a tutti. Ma non è tollerabile che persone violente possano viaggiare indisturbate per l'Italia e frequentare gli stadi", conclude la nota del club azzurro.

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