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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ragusa

Perché Veronica Panarello è stata condannata a 30 anni di carcere

Il verdetto emesso a conclusione del processo col rito abbreviato, beneficiando dello "sconto" di un terzo della condanna: 30 anni era il massimo della pena possibile

RAGUSA - Non una parola. Non un commento. Il silenzio di Davide Stival dopo la condanna a 30 anni di carcere della moglie Veronica Panarello per l'omicidio del figlio Loris è stato rotto dalle parole del suo legale, l'avvocato Daniele Scrofani. 

E' una tragedia. Nessuno può dire "abbiamo vinto". La tesi che abbiamo sposato da subito è stata oggi confermata. Da qui pensare di aver vinto non possiamo dirlo.

Diversa la lettura data da Francesco Biazzo, difensore del nonno di Loris, Andrea Stival.

E' una sentenza  che dà pace e rende giustizia a Loris e al nonno, noi lo diciamo da sempre che le accuse sono false, e oggi un giudice ce ne dà atto. 

LA SENTENZA - La decisione è arrivata dopo quattro ore di camera di consiglio. Veronica Panarello era l'unica imputata ed era accusata di omicidio premeditato e di occultamento di cadavere. Confermata, quindi, la richiesta della Procura. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato subordinato a perizia psichiatrica. Il legale della donna, Francesco Villardita, aveva chiesto l'assoluzione, in subordine concorso anomalo in omicidio come conseguenza di un atto non voluto commesso da altri e concorso in occultamento di cadavere. Villardita aveva chiesto anche l'incapacità parziale di intendere in una eventuale correità nel delitto e l'applicazione delle attenuanti generiche contestando l'aggravante delle sevizie e della premeditazione.

Andrea Loris Stival ucciso a Santa Croce Camerina | Foto Infophoto

PERCHE' 30 ANNI - Come detto, il gup ha confermato le richieste della Procura di Ragusa: 30 anni di carcere. Per gli inquirenti è stata mamma Veronica a strangolare il piccolo Loris e a gettare poi il suo cadavere nelle campagne di Santa Croce Camerina: era accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, ma il giudice ha escluso sia l’aggravante della premeditazione sia quella delle sevizie. Il verdetto è stato emesso a conclusione del processo col rito abbreviato: proprio per la scelta del rito la Panarello ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena. Da qui la condanna a 30 anni.

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