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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Pescara, morto dopo un pestaggio al "ferro di cavallo": fermato il presunto killer

Marco Cervoni, 35 anni, era stato trovato senza vita ieri mattina in uno stabile del quartiere Rancitelli. Il fermo di polizia giudiziaria è scattato nei confronti di un 29enne già noto alle forze dell'ordine

È stato identificato il presunto assassino di Marco Cervoni, l’uomo trovato in una pozza di sangue in uno stabile del "ferro di cavallo", a Pescara, e morto poco dopo in ospedale per le gravissime ferite riportate.

Il fermo di polizia giudiziaria è scattato nei confronti del 29enne Guerino Spinelli, accusato di omicidio volontario. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, è stato catturato dagli agenti della polizia di Pescara mentre si stava nascondendo all'interno del Ferro di Cavallo.

La vittima, un 35enne di Penne, era stato rinvenuto, ancora in vita, all'interno di uno stabile in via Tavo. Lanciato subito l'allarme, è stato soccorso dal personale sanitario, ma purtroppo per lui non c'è stato niente da fare: è morto poco l'arrivo all’ospedale 'Santo Spirito'.

Secondo una prima ipotesi, il 35enne sarebbe stato colpito con calci e pugni e poi lasciato agonizzante sul pianerottolo di un appartamento al secondo piano.

Polizia ferro cavallo-3

"La centrale di spaccio più importante d'Abruzzo"

Non sono ancora chiari i motivi dell'omicidio. Il vice presidente del consiglio regionale, Domenico Pettinari, punta il dito contro la mancanza di sicurezza nel quartiere. "Una cosa è certa - scrive Pettinari - il Ferro di Cavallo è la centrale di spaccio di droga più importante d’Abruzzo ed è una tra le principali del nostro Paese. È una zona pericolosissima che non può più essere lasciata un solo minuto non presidiata. Il Ferro di Cavallo deve subito essere militarizzato".

Pettinari chiede che, al centro della piazza, venga istituita un'unità fissa h24 di forze di polizia:

"È vergognoso - aggiunge - constatare come ad oggi, in quella che rappresenta la zona più critica sotto il profilo dell’emergenza sicurezza della nostra regione, non vi siano ancora le telecamere e l’esercito. Le uniche telecamere presenti sono quelle degli spacciatori per difendersi dalla polizia. Non basta parlare di prevenzione in un quartiere dove vi è una guerra in corso. Riaccendere forte il faro su questa zona è dovere di ogni uomo delle istituzioni".

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