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Sabato, 2 Dicembre 2023
Il raid / Vicenza

Brutale pestaggio con mazze da baseball nel cantiere dell'Alta Velocità

Tre uomini sono stati arrestati perché ritenuti gli autori dell'aggressione ai danni dei direttore tecnico della ditta Salcef. La ricostruzione: dall'attesa su un suv alla violenza

L'appostamento a bordo di un suv nero, poi appena il bersaglio è stato a portata di mano il raid con mazze da baseball. Uno, due, tre... Una raffica di colpi. È  il racconto della brutale aggressione avvenuta nella serata del 2 maggio scorso nel cantiere dell'Alta Velocità di Montebello Vicentino ai danni del direttore tecnico della ditta Salcef spa di Roma. Adesso per quell'episodio sono stati arrestati tre uomini. L'operazione è stata condotta dai carabinieri di Vicenza.

Il film dell'agguato

Secondo l'accusa i tre hanno stazionato per ore all'esterno del cantiere Alta Velocità a Fracanzana di Montebello Vicentino, incuranti delle telecamere di videosorveglianza, a bordo di un Suv di colore nero, con il quale erano giunti dalla Lombardia. Non appena il loro obiettivo ha lasciato l'area del cantiere attraversando il cancello d'ingresso della zona degli uffici con la propria auto, i tre gli hanno sbarrato la strada col suv, sono scesi dall'auto e brandendo una mazza da baseball hanno aperto lo sportello lato guida dell'auto della vittima. Poi 20 secondi di brutale pestaggio. Solo l'intervento di colleghi e operai, nel frattempo accorsi sul posto, ha evitato il peggio.

La vittima, 66enne di origini romane, è stata soccorsa. In ospedale i medici hanno accertato lesioni gravissime. Oggi dopo mesi, il dirigente non si è ancora ripreso.

Le indagini sono scattate subito, partendo dall'analisi delle immagini di videosorveglianza e dall'ascolto dei testimoni. Hanno partecipato all'inchiesta anche i militari del Ris di Parma.

Gli indagati hanno 45, 46 e 52 anni, sono tutti residenti nelle province di Milano e Monza Brianza e pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e la persona. Uno di loro, fra l'altro, era sottoposto alla misura alternativa dell'affidamento in prova ai servizi sociali da oltre un anno e non avrebbe potuto lasciare il territorio della Lombardia.

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