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Mercoledì, 27 Settembre 2023
L'ordinanza

Peste suina africana, caccia vietata in più di 100 comuni: "E non raccogliete funghi e tartufi"

Ordinanza congiunta dei ministri della Salute Speranza e delle Politiche Agricole Patuanelli. Ammessa, se autorizzata dalle Regioni, solo la caccia di selezione al cinghiale

Vietate la  caccia, la pesca e la raccolta di funghi e tartufi nella zona stabilita come infetta dalla Peste suina africana. Si tratta di 114 Comuni, 78 in Piemonte e 36 in Liguria. La misura è prevista da un'ordinanza dei ministri della Salute Speranza e delle Politiche Agricole Patuanelli. Ammessa, se autorizzata dalle Regioni, solo la caccia di selezione al cinghiale come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus. Nell'area stop anche a trekking, mountain bike e alle 'attività di interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti'.

Di recente sono stati infatti riscontrati alcuni casi nel comune di Ovada (Alessandria), in due carcasse di cinghiale nel comune di Fraconalto (Alessandria) e in quello di Isola del Cantone (Genova). Lo stop è arrivato con l’ordinanza congiunta, che consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza.

Le disposizioni sono efficaci per sei mesi. Sempre nell’ordinanza si legge che le disposizioni "si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione". La vigilanza sull’applicazione delle misure introdotte è assicurata dai servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti in collaborazione con le forze dell’ordine. Obiettivo dell’ordinanza congiunta è "porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati".

"Sono escluse le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali”, si legge nell’ordinanza. “I servizi regionali competenti, prosegue ancora il documento, su richiesta degli interessati, possono autorizzare, su motivata e documentata richiesta, lo svolgimento delle attività vietate, sulla base della valutazione del rischio da parte del Cerep (Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie da pestivirus e da asfivirus)".

I casi di peste suina africana (Psa) scoperti nei giorni scorsi hanno attivato misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan) dove è stato dato un temporaneo stop, ha annunciato Confagricoltura, all’import di carni e salumi made in Italy. Ci sono tanti soldi in ballo: esportazioni, secondo stime Cia-Agricoltori Italiani, che si attestano su 1,7 miliardi di euro (+12,2% vs. 2020).

”Da tempo denunciamo il rischio di ingresso della peste suina africana in Italia, a causa dell’eccessiva presenza di cinghiali. È necessario un intervento del Governo per modificare la legge 157, in modo da permettere un consistente controllo numerico dei selvatici, altresì monitorando e tracciando la popolazione. Il comparto agroalimentare è in serio pericolo: bisogna dare stabilità al mercato, promuovere la carne Italiana e sostenere le aziende sia dal lato economico che attraverso l’implementazione della biosicurezza. La peste suina africana è un flagello da fermare con tutti i mezzi e gli strumenti disponibili”: è il commento del deputato della Lega Guglielmo Golinelli, componente della commissione Agricoltura.

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