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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il mistero della Piramide della Luce: perché (secondo un'ipotesi) Viviana Parisi voleva raggiungerla

La struttura in acciaio patinato, alta 30 metri, è distante circa 25 km dal luogo dell'incidente. Commissionata da un imprenditore l'opera è stata realizzata nel 2010 ed è ogni anno cornice del "rito della luce"

Una delle ipotesi sulla morte di Viviana Parisi e la scomparsa del figlio Joele è che la donna volesse raggiungere la "piramide della luce" una installazione artistica sita a Moffa D'Affermo, località non molto distante da Caronia, che negli ultimi anni è stata anche cornice di celebrazioni dal sapore mistico e rituale. Si tratta di una struttura in acciaio patinato alta 30 metri, commissionata da un imprenditore e realizzata nel 2010 dallo scultore Mauro Staccioli.

Ogni anno, la piramide della Luce è meta di centinaia di persone che si ritrovano proprio lì, su quell’altura da cui si vede il mare, per celebrare, nei giorni che coincidono con il solstizio d’estate, il "rito della luce". Un percorso di conoscenza in cui si riuniscono artisti, intellettuali, filosofi e semplici curiosi. Un evento accompagnato dal ritmo incalzante delle percussioni che gli organizzatori definiscono "uno straordinario percorso di politica della bellezza e della conoscenza" e "un’azione culturale che continua a trasmettere messaggi assoluti e supremi".

Che c’entra dunque la piramide della luce con il caso di Viviana e con la scomparsa del figlio Joele? La donna, questo sembra ormai accertato, da un po’ di tempo manifestava un profondo malessere psicologico forse causato dal lockdown o che comunque il lockdown aveva contribuito ad acuire. Viviana temeva per la salute dei propri cari e dello stesso Joele. Un turbamento emotivo che l’aveva portata ad avvicinarsi a Dio e a coltivare il suo lato spiriturale.

Viviana affetta da paraonia e crollo mentale

Non solo. Secondo quanto rivelato da un certificato rilasciato il 17 marzo dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, ritrovato nell'automobile della donna e diffuso dagli avvocati del marito, la donna era affetta da "paranoia con un crollo mentale dovuto a una crisi mistica". Nei giorni precedenti alla scomparsa, Viviana avrebbe rivolto alla cognata delle domande relative alla "Piramide della luce", il che rende plausibile l’ipotesi che la mattina della scomparsa la donna volesse recarsi proprio lì.

Del resto, il luogo in questione si trova a circa 25 km dal tratto dell’autostrada in cui si è verificato l’incidente e quel giorno Viviana aveva già percorso 90 km. Si tratta ovviamente solo di una pista investigativa, al momento non suffragata da elementi oggettivi. Certo è che qualsiasi fosse l’intenzione di Viviana, l’incidente avvenuto in galleria ha scombinato i suoi piani. Dalle ultime testimonianze raccolte è emerso che lo scontro tra l’auto della donna e il furgoncino è stato molto più violento di quanto era sembrato in un primo momento. Viviana era uscita dall’auto sconvolta con il bambino in braccio. Il suo corpo è stato ritrovato senza vita accanto ad un traliccio. Del piccolo Joele non si è saputo più nulla.  

Gioele Mondello, arrivata una segnalazione: procuratore nella zona delle ricerche

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