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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Francia

I politici sotto accusa per Covid-19

La denuncia viene dall'Associazione Vittime Coronavirus Francia. Contro il primo ministro e gli altri si agirà in base all'articolo 223-7 del Codice penale sulla "rinuncia volontaria ad adottare o provocare le misure atte a contrastare un sinistro di natura tale da creare un pericolo per la sicurezza delle persone"

Mentre a Parigi torna come durante il lockdown l'obbligo di possesso dell’autocer tificazione per le ore di coprifuoco (dalle 21 alle 6 del mattino) i giudici francesi indagano sulla pandemia e perquisiscono ministri ed ex. Ieri l'abitazione e l'ufficio del ministro della Sanità francese Olivier Veran sono stati perquisiti dalla polizia nell'ambito di un'inchiesta della Corte di giustizia della Repubblica sulla gestione della pandemia del coronavirus in Francia. In una nota, Veran ha riferito che le operazioni di perquisizione sono avvenute "senza difficoltà". Anche il primo ministro Jean Castex è indagato per la gestione della pandemia, così come il suo predecessore Edouard Philippe e la predecessore di Veran al ministero della Salute, Agnes Buzyn. E sotto accusa, politicamente, c'è anche il presidente della Repubblica Emmanuel Macron.

I politici sotto accusa per Covid-19

La denuncia viene dall'Associazione Vittime Coronavirus Francia ed è stata depositata alla Corte di Giustizia della Repubblica, unica istanza titolata a giudicare i membri del governo. Contro Castex si agirà in base all'articolo 223-7 del Codice penale sulla "rinuncia volontaria ad adottare o provocare le misure atte a contrastare un sinistro di natura tale da creare un pericolo per la sicurezza delle persone". Il Fatto Quotidiano spiega oggi che è il collettivo di medici C19 ad accusare i vertici dello Stato di “non aver seguito le raccomandazioni dell’Oms”: “Sappiamo oggi che Buzyn e Philippe erano informati a tempo della situazione sanitaria in Cina e del suo potenziale impatto sulla Francia”.

Il 17 marzo, due giorni dopo che i francesi erano andati a votare, senza mascherina, per i sindaci, la Buzyn aveva confessato a Le Monde: “Quando ho lasciato il ministero piangevo sempre perché sapevo che lo tsunami era davanti a noi”. Inchieste giornalistiche hanno poi avallato i ritardi negli ordini dei dispositivi medici, la carenza di mascherine, tute per gli ospedalieri, reagenti per i test. Si tratta ora di stabilire se il governo si è mosso in tempo contro il Covid oppure no.E sin dal 10 gennaio, come si è difesa più volte la Buzyn.

Non è la sola procedura in corso. Un’altra denuncia è stata sporta il 17 settembre sempre presso la Cjr contro l’attuale premier Jean Castex: il Collectif Victimes Coronavirus France, che riunisce più di 200 persone, lo accusa di non aver “alcuna strategia di lotta contro l’epidemia”. La Questura di Parigi, che ha ricevuto una decina di denunce, ha aperto a sua volta una vasta inchiesta preliminare per “omicidio colposo”.

La frontiera "bucata" tra Italia e Francia

Intanto dal 22 settembre l’Italia ha introdotto l’obbligo di tampone al rientro in Italia per chi arriva dalla Francia, che nelle ultime settimane insieme alla Spagna è stata tra i Paesi con più casi di coronavirus in Europa Si deve effettuare un test (spesso possibile già all’arrivo) entro 48 ore quando si entra in Italia con un aereo o un traghetto. Ma, spiega oggi il Corriere della Sera, sul confine via terra con la Francia, da cui passano auto e Tir, non c’è alcun controllo né obbligo di tampone.

Oltre che da Ventimiglia, il vero fiume di auto tra i due Paesi scorre attraverso i tunnel del Frejus e del Monte Bianco: il presidente del Piemonte vorrebbe allestire punti per test rapidi, ma l’impresa sembra difficile per gli spazi e il grande traffico.  Gli studi preliminari di Sitaf, la società italiana che gestisce il traforo, dimostrano che per fare fronte al fabbisogno di tamponi servirebbero otto unità mobili disposte sulla piazzola all’uscita del tunnel.

Dove non è che lo spazio abbondi. La Polizia stradale stima una tolleranza massima di dieci autotreni in sosta. Anche così, i tempi di attesa per ogni veicolo arriverebbero a 15-20 minuti, nella più ottimistica delle ipotesi, con una reazione a catena che darebbe vita a una coda destinata a intasare l’altro versante del tunnel. «Insomma, la paralisi».

Insomma, il controllo dei confini è un problema tra Italia e Francia e può favorire la circolazione del virus. Peccato che tutti guardino altrove. 

Verso il coprifuoco alle 22 in tutta Italia

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