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Giovedì, 25 Aprile 2024
La ricostruzione / Verona

Discoteche, violenze e razzismo: gli affari dei "poliziotti ballerini" di Verona

Un agente di 24 anni, Alessandro Migliore, accusato di essere a capo di un sodalizio che avrebbe fatto della tortura una consuetudine. Tutto nato da un depistaggio e dalla "passione" per le notti in discoteca. Poi due inchieste, decine di intercettazioni shock e 23 indagati

Dalle serate in discoteca con i privilegi di un "vip" alle violenze contro chi veniva fermato. Questo il passo breve di un poliziotto di 24 anni finito al centro di un'inchiesta - con altri colleghi - perché si sarebbe divertito a tirare pugni e calci contro persone indifese. Ci sono più indagini che ruotano attorno ai "poliziotti ballerini" di Verona. Quella con l'accusa di violenze, lesioni, peculato e tortura verso persone fermate o perquisite. E inchieste antecedenti che hanno fatto luce su un giro d'affari che coinvolge anche una discoteca, un depistaggio per dei favori e l'appropriazione di droga e soldi da parte degli agenti. Primeggia - non per onore - Alessandro Migliore, considerato il "capo" della banda dei "ballerini" A soli 24 anni in più occasioni si è vantato con la fidanzata delle sue azioni di violenza e pestaggio con una tranquillità e divertimento agghiaccianti. 

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La seconda inchiesta, prima in ordine di tempo

Gli arresti dei primi giorni di giugno 2023 ore si riferiscono a fatti accaduti tra agosto e dicembre 2022. La polizia di Verona aveva già avviato, il 14 febbraio dello stesso anno, un'inchiesta contro altri due agenti che non risultano coinvolti con la "banda dei ballerini". I protagonisti dell'episodio avvenuto nel giorno di San Valentino sono due poliziotti chiamati a sedare una lite che coinvolgeva tre nordafricani accusati di molestie. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, gli agenti si sarebbero accaniti contro i tre uomini salvo poi denunciarli per violenze contro pubblico ufficiale. Due dei tre nordafricani, il giorno dopo, hanno raccontato quanto accaduto ai carabinieri, dando così il via un'indagine inizialmente solo per lesioni, ma a cui si è aggiunta in seguito la contestazione dell'ipotesi di reato di tortura. Indagine che ha comportato per i due poliziotti prima la rimozione da ruoli operativi e poi la sospensione dal servizio. 

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La seconda inchiesta, i cui risultati sono stati pubblicati dal Corriere di Verona e citata dalla giudice per le indagini preliminari (Gip) Livia Magri, confermerebbe che la polizia sapeva già da tempo delle violenze che accadevano contro le persone fermate e che questi comportamenti erano diventati una consuetudine. All'epoca, i procuratori decisero di non arrestare agenti e continuare le indagini. Comportamento diffuso o caso isolato? Questo il dubbio. Le indagini sono terminate a marzo 2023 con gli arresti di cinque poliziotti. 

I "poliziotti ballerini"

Dalla prima inchiesta avviata a febbraio 2022 arriviamo direttamente a un mese dopo, al 24 marzo 2022. Protagonista del secondo punto della storia è un buttafuori albanese della discoteca Piper di Verona, Artan Bajraktari. Dopo una segnalazione che lo accusava di vari crimini - tra cui detenzione di armi e tentato omicidio - alcuni agenti di polizia sono inviati a casa sua e del fratello Sabah per una perquisizione. Gli agenti trovano cacciaviti e attrezzi da scasso. Solo con un'intercettazione successiva all'insaputa di Artan, i magistrati scoprono la presenza di due pistole detenute illegalmente. Queste le parole dell'uomo al telefono con la sorella: "Ho tirato fuori due pistole che avevo in cucina mentre tutti i poliziotti stavano a testa bassa e mi hanno detto 'Scusaci, scusaci fratello perché abbiamo avuto l’ordine del tribunale di andare... Noi non sapevamo...'". 

Secondo i magistrati, il motivo per cui gli agenti in servizio hanno "dimenticato" di registrare le pistole in una perquisizione per tentato omicidio forse è da ricercarsi nel fatto che il buttafuori avrebbe elargito favori a uno degli agenti coinvolti, che fosse suo amico e lo facesse entrare gratis nel privè e nel parcheggio della discoteca. Un depistaggio in cambio di un favore personale.

Il poliziotto che beneficiava dei favori, secondo l'accusa, era Alessandro Migliore, il ragazzo da cui sono partite le indagini in corso per tortura e di cui questo evento è stata la miccia per l'inizio delle investigazioni.  

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Un sodalizio creato durante la perquisizione, quello dei "poliziotti ballerini", di cui Migliore fungeva un po' da capobanda. Soltanto dopo delle indagini sul buttafuori - che lo scorso autunno fu arrestato per detenzione illegale di armi e ricettazione - è emerso come i due avessero una forte amicizia di convenienza che andava anche oltre il lavoro: cene sul lago, gite e serate in locali e discoteche è quanto ha rivelato sempre il Corriere di Verona

Chi è Alessandro Migliore

Originario di Torre del Greco (Napoli), il giovane poliziotto da cui sono scaturiti gli arresti e le indagini ha appena 24 anni e si è trasferito a Verona per lavorare come agente di polizia. Vive in uno degli appartamenti messi a disposizione dal ministero dell'Interno per i dipendenti. Le sue telefonate con la fidanzata lo hanno catapultato al centro delle indagini sulle torture del dipartimento Volanti di Verona. Un sadismo ostentato il suo che non è passato inosservato.

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Il Corriere di Verona ha pubblicato le intercettazioni telefoniche tra lui e la fidanzata in cui sono emersi dettagli cruenti sulle violenze commesse durante il servizio. La telefonata da cui sono partite le indagini risale al 22 agosto 2022. Racconta alla fidanzata di aver fermato un giostraio, di averlo portato in centrale e di averlo preso a botte, nonostante la resistenza dell'uomo. Da quanto è emerso, il giovane ha fatto uscire il giostraio dalla stanza di sicurezza della questura ("Perché lì sai che ci sono le telecamere") e a quel punto: "Appena è uscito (...) ho caricato una stecca, amò, bam! Lui chiude gli occhi e va di sasso per terra... È svenuto... Hai presente il ko?". La risposta della fidanzata sembra essere stata: "Minchia, li menate proprio, eh". 

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Pugni, botte, colpi di cintura, spray urticante e razzismo

Da quella telefonata sono partite le indagini interne del dipartimento di polizia. Alla prima intercettazione ne sono seguite molte altre e - come riportato sempre dal Corriere di Verona - è emerso come Migliore tenesse con sé le piccole somme di denaro e la droga trovata nelle tasche delle persone fermate e portate in centrale. Grazie alle telefonate, poi, è stato possibile anche rintracciare altri colleghi complici delle violenze alle persone fermate, spesso senzatetto o stranieri senza permesso di soggiorno.

"Ci stava un collega... Lui mi rispetta perché sa che io faccio boxe, krav maga (la tecnica di difesa personale israeliana, ndr), comunque mi ha visto alcuni episodi de menà, e quindi c’ha quel rispetto reciproco... Allora, io stavo con i guanti e giravo intorno all’ufficio (...) dicevo: che faccio? Lo bombo oppure no, lo bombo oppure no? Allora il collega, quello che fa arti marziali, mi fa: occhio che c’è la telecamera (...) Mi levo il cinturone e faccio: dai mo', che famo? Minchia, l’ho preso e l’ho portato fuori dalla cella... Allora si è buttato a terra... L'ho alzato, l’ho messo in piedi, e ho fatto: sinistro-destro-pam-pam! Tant’é che il collega fa: 'Grande Ale, grande!'. Gli ho dato un sinistro-destro. Basta, si è spento (è svenuto, ndr). L’ho portato dentro la cella, ho preso lo spray e gliel’ho spruzzato tutto sulla faccia"

I primi a essere individuati in seguito alle telefonate sono stati il 35enne Filippo Failla Rifici e il 45enne bellunese Roberto Da Rold. Oltre ai dettagli delle lesioni contro i fermati, ci sono le prove di insulti razzisti. Dopo aver arrestato un altro senzatetto è spuntata una conversazione tra i due agenti durante un episodio di violenza: "Maledetto marocchino di merda" dice Filippo Rifici, accusando il vagabondo di un gesto avventato contro l'agente. Si sente un collega chiedergli "Com’è che Roberto non l’ha ammazzato?", e proprio Da Rold suggerisce: "Lo buttiamo là, nella casa abbandonata, prende una scarpata...". Un ultima registrazione ha poi intercettato come, sempre nell'autunno 2022, ci fossero sospetti tra gli agenti per episodi di tortura e di violenza:

"Evitiamo di alzare le mani nell’acquario (nella stanza di sicurezza, ndr) perché, non si sa per quale motivo, sono andati a vedere le registrazioni. Iniziano a controllare... Quindi, se dovete dare qualche schiaffo, nei corridoi"

Le accuse

Con Migliore sono state arrestate altre quattro persone.  Altre diciassette sono indagate dal gip perché non avrebbero denunciato gli episodi di violenza e non avrebbero fermato i colleghi. In totale, sono una decina i casi di violenza contestati. Le vittime sono tutte straniere tranne una. Le indagini prima degli arresti sono state effettuate con l'ausilio di telecamere nascoste e di sorveglianza piazzate in punti strategici.

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I maggiori capi d'accusa restano per il 24enne Alessandro Migliore, descritto dal gip come una persona con "una pessima personalità", e che "si è reso protagonista di reati assai gravi, lesivi di beni giuridici anche del tutto diversi tra loro, falsificando atti pubblici, accaparrandosi stupefacenti, torturando con sadico godimento, in più occasioni e in un arco temporale del tutto contenuto mostrando una spiccata propensione criminosa e una spregiudicata modalità di azione, non contenibile in alcuna maniera se non tramite la sotto posizione a misura cautelare". 

Tutti i 23 agenti dovranno rispondere dei fatti loro contestati anche secondo l'ipotesi del reato di tortura. Il ministro dell'Interno Piantedosi ha commentato: "Le vicende che emergono dall’inchiesta di Verona, ove fossero confermate, sarebbero di enorme gravità, lesive innanzitutto della dignità delle vittime ma anche dell’onore e della reputazione di migliaia di donne e uomini della polizia di stato che quotidianamente svolgono il proprio servizio ai cittadini con dedizione e sacrificio". 

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