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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'anniversario / Genova

Il processo per il crollo del ponte Morandi, Cartabia: "Non ci fermeremo"

Il ministro della Giustizia risponde alle preoccupazioni dei familiari delle vittime sul rischio che il procedimento, vista la complessità e il numero di persone coinvolte, si inceppi. Il presidente della Repubblica: "Ferita che non si può rimarginare"

Quattro anni fa a Genova 43 persone perdevano la vita nel crollo del ponte Morandi. Parte dell'infrastruttura è letteralmente crollata. Una tragedia di proporzioni gigantesche per la quale sono sotto processo 59 persone, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava di manutenzioni e ispezioni), attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. Le accuse, a vario titolo, vanno dal disastro colposo all'omicidio colposo plurimo, dall'attentato alla sicurezza dei trasporti al crollo doloso, fino all'omicidio stradale, alla rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza e al falso. Secondo l'accusa una parte degli imputati era consapevole che il ponte sarebbe potuto crollare ma nessuno fece nulla per evitarlo. 

Il crollo del ponte Morandi, una ferita ancora aperta: "Sia fatta giustizia"

Si teme però che il processo possa essere rallentato, tanto da incorrere poi in problemi procedurali, proprio per la sua complessità e per il gran numero di persone coinvolte. Per questo i familiari delle vittime si sono appellate al ministro della Giustizia, Marta Cartabia.

Il ministro Cartabia: "Non ci fermeremo"

La risposta del ministro è in una lettera affidata a La Stampa. "In questi anni a Genova ogni 14 agosto ho respirato il vostro dolore e ho sentito crescere il vostro legittimo e bruciante bisogno di giustizia, non disgiunto dalla preoccupazione che il percorso processuale per l'accertamento dei fatti e delle responsabilità possa incepparsi. Oggi, il processo è iniziato, dopo un lavoro assai intenso portato avanti dalla Procura di Genova con 'grandissimo e lodevole impegno', come ho avuto occasione di sottolineare anche in Parlamento. Ed è un processo che si contraddistingue per la sua complessità, oltre che per le altre ragioni che mi avete indicato nella lettera", scrive Cartabia.

"I numeri delle parti coinvolte, la specificità del caso, l'altissima doverosa attenzione della comunità e della stampa - italiana e internazionale - oltre alle cautele nel tempo dell'emergenza pandemica, si riflettono inevitabilmente sull'organizzazione del processo - spiega Cartabia -. Il ministero però continuerà a farsi carico di ogni esigenza, accanto ai responsabili degli uffici giudiziari genovesi. Per assicurare il migliore funzionamento del servizio giustizia, ciò che conta di più sono le persone: magistrati inquirenti e giudicanti, funzionari, cancellieri, operatori della giustizia ciascuno con la sua professionalità - continua Cartabia - In questi anni, in momenti diversi, tante persone sono arrivate a Genova con i distacchi temporanei di personale amministrativo e poi con le più recenti assunzioni.... Decisiva, però, è la copertura dei ruoli dei magistrati: come sapete, l'assegnazione dei magistrati ai singoli distretti - di cui Genova lamenta la carenza - è in capo al Consiglio superiore della magistratura, ma auspico anche io, come il presidente del Tribunale, Enrico Ravera, che possano essere messi a punto i bandi necessari il prima possibile, prima del rinnovo dell'organo di autogoverno della magistratura".

Mattarella: "Ferita che non si può rimarginare"

Di "una ferita che non si può rimarginare, una sofferenza che non conosce oblio, una solidarietà che non viene meno" parla il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per il Capo dello Stato quanto accaduto quel 4 agosto a Genova è "Un dramma che segna la vita della Repubblica e per il quale la magistratura sta doverosamente accertando le responsabilità". "Rinnovo anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande - scrive in un messaggio - la più intensa solidarietà della nostra comunità nazionale. Si manifesta l’esigenza di interventi adeguati a sostegno dei familiari delle vittime di tragedie come queste: occorre che la normativa sappia dare risposte a queste esigenze. L’azione svolta dal comitato dei familiari delle vittime è risultata preziosa, vero e proprio memoriale vivente della tragedia, in attesa della realizzazione del memoriale proposto a monito permanente".

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