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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Genova

Genova, un anno dopo il crollo del Ponte Morandi la protesta dei familiari

Molti familiari hanno annunciato che non parteciperanno alla commemorazione istituzionale. A 365 giorni dal crollo del ponte Morandi Genova prova a lasciarsi il passato alle spalle e a ripartire. Ma sono in tanti a ricordare quei momenti. Le testimonianze raccolte da Genovatoday

A Genova per la cerimonia commemorativa per ricordare le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, il 14 agosto dello scorso anno. Alle 11.36, nel momento esatto del crollo, Genova si fermerà per un minuto di raccoglimento. A rompere il silenzio ci saranno solo il suono delle campane delle chiese della città e il fischio delle sirene delle navi attraccate al porto.

I parenti delle vittime, nei giorni scorsi, si sono raccomandati "No alle passerelle" e molti familiari hanno annunciato che non parteciperanno alla commemorazione istituzionale che si svolgerà nel capannone della nuova Pila 9 del viadotto Polcevera.

La delegazione di Autostrade per l'Italia ha lasciato la cerimonia dopo le proteste di alcuni parenti delle vittime.

Genova, la commemorazione: tutte le iniziative

L'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, officerà una messa in suffragio. Presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, rappresentanti del governo, delle istituzioni e dei familiari delle vittime.

Genova, il crollo del ponte Morandi

A 365 giorni dal crollo del ponte Morandi Genova prova a lasciarsi il passato alle spalle e a ripartire. Ma sono in tanti a ricordare quei momenti. Tra le testimonianze raccolte da Genovatoday quelle di Barbara e Michele.

"In quel momento mi trovavo a casa, era il mio primo giorno di ferie. Ero sdraiata sul letto tutta dolorante perché il giorno prima ero caduta per strada e mi ero fatta malissimo a un braccio - ricorda Barbara - Pioveva. Stavo smanettando su Facebook, ho appreso in quel modo della tragedia che aveva colpito la nostra città. Duecento metri di ponte venuti giù, un disastro. In quel momento, alle 11,36 del 14 agosto 2018 io ero a casa, tranquilla, 43 altre persone no. Nelle loro case non sarebbero più tornate".

"Ho ancora vivido, come penso tutti noi i ricordi di quel giorno - ricorda Michele, tra i primi quel giorno ad accorrere sul luogo del disastro dal suo ufficio al Bic - quel boato terrificante, il palazzo che trema e poi in mezzo alla pioggia fitta il ponte che non c è più, come in un incubo. Affido a Dio le anime delle persone che quel giorno hanno perso la vita, a loro va il mio pensiero oggi e alle loro famiglie. Deve essere il giorno del silenzio e del ricordo".

Genova, Usb: "Un minuto di silenzio in attesa della prossima tragedia"

"Quando è possibile, nessun genovese passa più da quella zona - denuncia il sindacato Usb - Fa male vedere quel vuoto, quello squarcio.

"C’è una Genova che si sente sopravvissuta, perché ognuno di noi sa che poteva essere sul ponte nel momento del crollo, ma si sente anche colpevole perché tante erano le voci di popolo che raccontavano le criticità del ponte, erano anni che venivano svolti lavori notturni, ma non è stato fatto abbastanza".

"Purtroppo però la tragedia non ha insegnato nulla - denunciano dal sindacato - In questo anno molte tragedie nel nostro Paese sono legate all’incuria del territorio e delle infrastrutture. Altre purtroppo ci saranno. Cosa dire, ad esempio, della tragedia di 500 morti sul lavoro in questi primi otto mesi del 2019? Si sta già costruendo il ponte nuovo, indispensabile alla città, ma la ricostruzione è stato trasformata in un evento mediatico, nella celebrazione di un’immagine di “efficienza”, finalizzata al tentativo di ridimensionare la tragedia".

Genova, il nuovo viadotto sul Polcevera

I lavori di abbattimento del ponte hanno visto il clou con l'implosione e il crollo delle pile 10 e 11, il 28 giugno 2019, con l'impiego di oltre 500 kg di esplosivi. Oggi la pila 2 è l'utima porzione del Ponte Morandi ancora in piedi: si appoggia sulla collina di Coronata, e per smontarla i demolitori stanno utilizzando un escavatore, lo stesso usato per i palazzi di via Porro. Una volta abbattuta, del vecchio viadotto crollato non resterà più niente.

Intanto continua l'inchiesta sul crollo. Secondo uno studio dell'agenzia spaziale americana la struttura di Ponte Morandi ha iniziato a deformarsi in modo significativo dal 2015 e negli ultimi mesi di vita della struttura il movimento è aumentato.

"È stato scoperto il precursore deformativo del ponte Morandi", ha detto Carlo Terranova, geologo del Ministero dell'ambiente che ha preso parte al gruppo di lavoro mettendo a disposizione i dati storici del satellite radar Cosmo-SkyMed. Elaborando le immagini del satellite con una metodologia in grado di cogliere gli spostamenti della struttura la Nasa ha studiato l'evoluzione del ponte e concluso che se all'epoca ci fosse stata la possibilità di elaborare quei dati con questa tecnica, forse il disastro del 14 agosto 2018 si sarebbe potuto evitare

Nello studio si nota le oscillazioni verticali registrate all'altezza della pila 9 a partire da marzo 2017 e il loro continuo ampliamento da quella data in poi: sempre superiore ai 5 centimetri, arrivate a toccare i 10 centimetri fra gennaio e agosto 2018. La procura di Genova dal canto suo aveva già chiesto all'Asi, l'agenzia spaziale italiana le serie storiche dei dati satellitari.

Crollo ponte Morandi, la perizia: corrosione dei cavi d'acciaio e scarsa manuntenzione

L'inchiesta per il crollo del Morandi vede a oggi indagate 71 persone, insieme con le due società Autostrade e Spea, la controllata che si occupa di manutenzioni. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti e falso. 

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