rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Costa Concordia, Schettino accusa: "Colpa del timoniere"

Il comandante della nave Concordia accusa il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di non avere eseguito i suoi ordini, che avrebbero evitato la tragedia del Giglio

GROSSETO - E' ricominciato oggi a Grosseto il processo sul naufragio della Costa Concordia, il 13 gennaio 2012, costato la vita a 32 persone. L’unico imputato rimasto è il comandante Francesco Schettino, dopo il patteggiamento di altri quattro membri dell’equipaggio e del responsabile dell’unità di crisi a terra della Costa, Roberto Ferrarini.  

Nell'udienza sono intervenuti i periti sulle condizioni della nave al momento dello scontro sullo scoglio delle Scole davanti all’isola del Giglio. I periti sottolinenano che nonostante il timoniere abbia eseguito la correzione sulla rotta su ordine di Schettino con 13 secondi di ritardo, ciò non ha influito sul disastro perché "ormai era troppo tardi per evitare lo scoglio e la nave procedeva a una velocità eccessiva".

PARLA SCHETTINO - L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino è intervenuto per la prima volta con dichiarazioni spontanee in aula al processo che lo vede imputato per il naufragio al Giglio, accusando il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di non aver eseguito correttamente i suoi ordini. "Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l'errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un'accelerazione a destra", ha detto Schettino. "Se non ci fosse stato l'errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l'errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata - ha proseguito Schettino nel suo breve intervento durante la discussione fra periti, pm e avvocati - non ci sarebbe stato quello schiaffo". La difesa dell'ex comandante aveva già insistito sugli errori del timoniere indonesiano sollecitando i periti del gip a puntualizzarli.

Il recupero della Costa Concordia

ASCOLTA LE PAROLE DI SCHETTINO: IL VIDEO

LA DIFESA - "La nave sarebbe dovuta affondare verticalmente. Bisogna capire perché questo non è avvenuto". L'avvocato Francesco Pepe, uno dei legali di Schettino, evidenzia uno degli interrogativi sulla tragedia del 12 gennaio 2012 e rilancia la necessità di nuovi accertamenti tecnici sulla Concordia. "Ci sono fatti da accertare - ha detto Pepe - come il generatore di emergenza che non ha funzionato, fatto scritto nella perizia, e il mal funzionamento dei bracci delle scialuppe delle porte stagne. Bisogna accertare l'influenza e l'incidenza che questi fattori hanno avuto dopo l'impatto. Il generatore è situato all'undicesimo piano proprio perché non deve essere interessato dall'acqua, ma nessuno ha spiegato perché non ha funzionato".

Il collegio difensivo di Schettino ha avanzato dubbi anche sulle modalità dell'affondamento della nave Concordia: "Per normativa e principi costruttivi doveva affondare verticalmente. Lo fece anche il Titanic, che aveva una falla laterale. Se fosse avvenuto questo non sarebbe accaduto nulla perché si adagiava sul fondo. Ad oggi nessuno sa perché abbia sbandato e sia affondata su un lato. E questo non è imputabile a Schettino".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Costa Concordia, Schettino accusa: "Colpa del timoniere"

Today è in caricamento