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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Ragusa

Processo Loris, la difesa di Veronica: "Una mamma non può uccidere un figlio senza un movente"

Francesco Villardita, avvocato difensore della donna, sostiene la tesi della mancanza di un vero movente. La mamma di Santa Croce Camerina è stata condannata in primo grado a 30 anni di reclusione. Oggi a Catania l'udienza del processo d'appello: 5 ore di arringa difensiva

Manca un vero movente del delitto. E' questo il punto sul quale fa leva la difesa di Veronica Panarello, rappresentata dall'avvocato Francesco Villardita. La mamma di Santa Croce Camerina non aveva alcun motivo per uccidere il figlio Loris, sostiene il legale, e nonostante l'accusa abbia risposto che fosse affetta dalla sindrome di Medea, alla donna non è stata riconosciuta nemmeno la semi infermità mentale. Questo basta all'avvocato Villardita per insistere sul fatto che Veronica, nella sua piena lucidità, avrebbe avuto bisogno di un serio movente per compiere un gesto di tale portata.

Cos'è successo oggi: Panarello in aula, udienza il prossimo 5 luglio

Oggi a Catania si è tenuta l'udienza del processo d'appello per la morte del piccolo Loris Stival, avvenuta il 29 novembre 2014, e di cui è accusata la madre del bambino. E' durata 5 ore l'arringa difensiva di Francesco Villardita: "Veronica era presente, è molto tesa e preoccupata", ci ha raccontato il legale al telefono, stremato dopo la maratona in aula. Una nuova udienza del processo si terrà il prossimo 5 luglio, con le repliche del pubblico ministero e le contro repliche della difesa. 

In primo grado la donna è stata condannata a trent'anni di reclusione. Una pena esemplare per una madre che, secondo i giudici, ha prima strangolato il figlioletto di 8 anni e poi lo ha gettato in un canalone.

Perché Veronica Panarello è stata condannata a 30 anni di carcere

Un delitto d'impeto, senza alcuna premeditazione: sempre secondo i giudici, Veronica Panarello ha ucciso il piccolo Loris perché il bambino non è voluto andare a scuola. La donna, allora, lo ha strangolato con delle fascette da elettricista e poi si è disfatta del suo cadavere in un canalone che si trovava a pochi chilometri dalla sua abitazione di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. In 194 pagine, il giudice aveva definito la sua condotta processuale "deplorevole, reiteratamente menzognera, calunniosa e manipolatrice", condividendo la definizione del Riesame di Catania che l’ha etichettata come una "lucidissima assassina".

Omicidio Loris, l'avvocato di Veronica Panarello: "Mancano movente e incapacità"

Andrea Loris Stival ucciso a Santa Croce Camerina | Foto Infophoto

La versione di Veronica Panarello: il ruolo del suocero 

La donna, invece, ha tentato di spostare l'attenzione su alcuni aspetti della sua vita privata, puntando il dito contro il suocero Andrea Stival: sarebbe stato lui ad uccidere Loris con un cavetto usb poiché i due avrebbero avuto una relazione extraconiugale inconfessabile. Dichiarazioni che, però, non hanno mai trovato riscontro. Il giudice Reale ha definito "forte e credibile" l'alibi del suocero il quale, quella mattina, era con la sua compagna.

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La difesa di Veronica: la mancanza di un movente

Oggi Francesco Villardita ha cercato di convincere la Corte d'appello dell'innocenza della sua assistita. "La sentenza copre dei vuoti logici, con argomentazioni né tecniche né scientifiche", aveva spiegato il legale nei giorni scorsi. Stamattina le sue dichiarazioni ai microfoni di Mattino Cinque in diretta da Catania: "Se non c'è un movente più che forte, una madre non può uccidere un figlio", ha detto Villardita. "Arrivare a una sentenza di primo grado e poi d'appello senza aver trovato un movente mi sembra sia assolutamente riduttivo. E' vero, un omicidio non sempre necessita di un motivo, ma qui non siamo di fronte a un processo di mafia o a un killer. Stiamo parlando di una madre che uccide un figlio, un'anomalia sotto il profilo esistenziale". Alla donna non sono state riconosciute neanche le attenuanti generiche.

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