Coca e trans: ecco le verità di Marrazzo
L'ex governatore della regione Lazio sentito nel processo che lo vede come parte civile: "Qualche volta ho incontrato trans e c'era della cocaina. Ad avvisarmi del video fu Silvio Berlusconi"
"Mi sono dovuto separare da mia moglie. Poi mi sono dimesso dall'incarico di governatore del Lazio, ed era giusto fare così. E infine sono tornato a non fare il mio lavoro". Queste le prime, sofferte, parole di Piero Marrazzo che ha testimoniato davanti ai giudici del tribunale di Roma, ricordando i fatti del 3 luglio 2009, quando fu trovato in un'abitazione di via Gradoli in compagnia di un trans. Testimonianza resa per il processo che vede come parte civile lo stesso Marrazzo e come imputati un viado e quattro militari dell'Arma, che ripresero con un cellulare l'allora governatore del Lazio e diffusero il video.
"Questi quattro anni sono stati molto difficili - ha raccontato Marrazzo - sono state colpite la mia famiglia e la mia dignità personale e professionale. Un fatto che mi ha provocato dolore anche per colpa di una campagna mediatica micidiale, molto aggressiva e diffamatoria che ha fornito spesso alla pubblica opinione notizie non vere. Quel giorno nell'appartamento di Natali in via Gradoli, ebbi paura e mi resi conto di aver compiuto il più grande errore della mia vita. Fui sottoposto da quei due carabinieri in borghese a una violenza psicologica molto forte, mi trovai in stato di restrizione, quasi fossi un sequestrato".
Una situazione che Marrazzo è riuscito a spiegarsi solo dopo molto tempo. Passato qualcha settimana, infatti, "arrivò una telefonata di Silvio Berlusconi" che parlava di un video. "Mi disse che lo aveva un'agenzia di Milano e mi diede un numero al quale telefonai successivamente. Mi rispose una donna, mi confermò di averlo. Le risposi che mi sarei attivato per mandare qualcuno di mia fiducia a vederlo - ha continuato Marrazzo - Poi, mi richiamò Berlusconi affermando che il video era stato sequestrato dai Ros e che tutto era andato bene. Mi volle tranquillizzare. Quando fui sentito in Procura, ebbi modo di vedere quel video, era girato in modo farraginoso e forse sottoposto a un montaggio". Marrazzo, però, non nega le sue colpe.
"Ammetto la mia responsabilità: ho avuto negli anni passati sporadici incontri con transessuali, se ne contano sulle dita di una mano, qualche volta si è consumato della cocaina che non portavo certo io. Non ho mai usato l'auto di servizio per questo tipo di incontri né ho mai portato trans negli uffici della Regione. Si è detto che io portavo i trans in Regione o che feci portare una trans in ospedale. Assurdo".