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Venerdì, 19 Aprile 2024
NAUFRAGIO CONCORDIA

Concordia, Schettino s'inchinò al Giglio anche sette giorni prima

Il capitano della Costa Concordia naufragata al Giglio aveva provato l'inchino all'isola una settimana prima, ma non era soddisfatto e aveva annunciato all'equipaggio che ci avrebbe riprovato.

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) - Di male in peggio per Francesco Schettino. Ogni udienza del processo in corso per il naufragio della Costa Concordia, che costò la vita a trentadue persone, regala nuovi retroscena sulla condotta del Comandante. Una condotta che, a sentire le testimonianze, appare sempre più scellerata e disinteressata della sicurezza dei passeggeri e dell'equipaggio. 

Dopo le verità dell'assistente di Schettino, "giocavamo alla Play, poi la sbandata", oggi in Aula è stato il turno di Ciro Onorato, il maitre della nave. Le sue parole, come se ce ne fosse bisogno, inguaiano pesantemente il Capitano.  

LA SERA DELLO SCHIANTO - "Io e l'hotel director Giampedroni eravamo vicini, sulla Costa Concordia, e lui a un certo punto mi dice 'Questo qui ci porta a sbattere sugli scogli' - ha ricostruito Onorato - io risposi 'Conoscendo Schettino, non credo'. Invece sbattemmo". La sicurezza del maitre, però, aveva delle ragioni. Spiegate puntualmente da Antonello Tievoli, altro maitre di bordo. 

LE PROVE GENERALI - "Durante una cena - ha dichiarato Tievoli - chiesi al comandante Schettino di passare meno lontani delle usuali cinque miglia dal Giglio. E, il sei gennaio, mi sembrava che fossimo più vicini del solito". Ma, ha aggiunto, "Schettino, giunto dopo sul ponte, non fu entusiasta della distanza e disse al vice di prendere nota per il tredici gennaio 2012".  Quindi, Schettino ci aveva già provato una settimana prima e, non contento, ripetè l'inchino all'isola il tredici gennaio: la sera del naufragio. 

Onorato ha anche raccontato nei dettagli la serata della tragedia, spiegando che in quell'occasione "il comandante Schettino era in compagnia di una signora, la moldava Cemortan, con cui cenò al ristorante Milano della nave. Mi fece i complimenti per il piatto di agnello appena mangiato, in quel momento gli arrivò una telefonata dal ponte di comando, chiese il dessert e disse che poi doveva andare a fare questa accostata al Giglio". 

LO SCHIANTO - Schettino poi invitò Onorato a seguirlo sulla plancia per ammirare la navigazione accanto al Giglio e parlò di "passaggio". "Era la prima volta che assistevo a un'accostata dalla plancia - ha continuato il maitre - Dopo l'invito sono andato con lui sul ponte di comando, c'era la signorina Cemortan, c'era il primo maitre Tievoli. Sul ponte ho trovato l'hotel director Giampedroni, quando sono entrato ho riconosciuto l'ufficiale Ciro Ambrosio". Dopo che "Schettino assunse il comando, ci fece andare verso l'aletta di sinistra per vedere meglio la navigazione". 

Navigazione che presto divenne schianto. Ne seguirono momenti di panico e terrore con Schettino che avrebbe detto ad Onorato:"Stammi vicino non mi abbandonare". Subito dopo l'urto, ha ricordato il maitre, che era andato a coordinare i soccorsi ai passeggeri, era stato richiamato in plancia di comando dallo stesso Schettino. "Sono salito in plancia dopo essere stato chiamato al telefono - ha detto -. Schettino indossava un giubbotto sopra l'uniforme ed era insieme alla Cemortan che si era cambiata l'abito di gala mettendosi vestiti più comodi. La situazione era critica".

IL PANICO DEI PASSEGGERI - "Ho visto che alcuni passeggeri schiaffeggiarono un membro dell'equipaggio. I passeggeri scappavano, la cucina del ristorante Milano era impraticabile, era tutto distrutto" ha proseguito Onorato. Che poi è tornato sugli avvisi ai passeggeri: "Sentii dagli altoparlanti due annunci, dicevano di stare tranquilli, c'era un black out, un guasto tecnico, furono dati in varie lingue".

Lapidario il commento di Alessandro Lecci, legale in difesa dell'Isola del Giglio:" Non hanno avuto alcun scrupolo per i passeggeri che erano sulla Concordia. Hanno pensato solo ad abbanondare la nave". 

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