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Martedì, 23 Aprile 2024
CRONACA

Yara Gambirasio, inizia il processo: Bossetti in aula

A Bergamo ressa di telecamere e giornalisti per la prima udienza del processo contro Massimo Bossetti, unico indagato per il delitto della 13enne di Brembate Sopra. La ragazza sparì nel novembre 2010, il cadavere fu trovato in un campo tre mesi dopo

ROMA - A quasi cinque anni dall'omicidio di Yara Gambirasio comincia stamattina davanti alla Corte d'assise di Bergamo il processo nei confronti di quello che, ad oggi, è l'unico accusato della morte della ragazza: Massimo Bossetti.

L'imputato rischia l'ergastolo, date le aggravanti della crudeltà e dell'occultamento di cadavere che l'accusa gli contesta. Numerose le troupe televisive posizionate fuori dal palazzo di Giustizia bergamasco per seguire il dibattimento sul caso della tredicenne il cui corpo fu trovato solo tre mesi dopo la scomparsa, il 26 febbraio del 2011, in un campo di Chignolo d'Isola. Ingenti le misure di sicurezza e aula interdetta a tablet e telefoni cellulari. Oltre ai numerosi giornalisti, alcuni dei quali provenienti anche dall’estero, Bossetti troverà ad attenderlo la rappresentante dell’accusa, il pubblico ministero Letizia Ruggeri, che cercherà di dimostrare la sua colpevolezza alla giuria composta da due giudici togati e sei popolari.

CHI C'E' IN AULA - In aula ci sarà l'ex muratore, che intende seguire tutte le fasi del processo ma non ci saranno i genitori della ragazza uccisa: hanno fatto sapere che limiteranno la loro presenza solo per testimoniare. Assenti dall'aula saranno anche la moglie di Bossetti e sua madre, citate come testimoni. Uno dei primi problemi che si presenterà alla Corte è quello dell'ammissione delle telecamere in aula. L'imputato vorrebbe infatti che a queste fosse consentito di entrare per seguire il dibattimento. Lui stesso ha spiegato in una lettera:

Voglio le telecamere. Voglio lottare perché questo processo si svolga esclusivamente a porte aperte, così che chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall'accusa, perché non ho niente da temere o da nascondere

Omicidio e misteri: il giallo di Yara Gambirasio

LA DIFESA - Contrari i pareri del pm, Letizia Ruggeri, e del presidente della Corte, Antonella Bertoja, stando ai quali non esistono i presupposti dell'accoglimento della richiesta del Bossetti. Dubbi e interrogativi anche sull'impianto difensivo del quale si avvarranno i legali del 44enne muratore di Mapello per tentare di dimostrarne l'estraneità ai fatti contestati. Le prove a carico del proprio assistito sembrano difficili da confutare: la prima e più importante è quella del Dna. Il muratore di Mapello dovrà spiegare come il proprio Dna possa essere finito sugli indumenti della piccola Yara e raccontare alla Corte per quale motivo nel giorno della scomparsa della ragazzina sia stato ripreso a bordo del proprio furgone Iveco mentre girava attorno alla palestra di Brembate di Sopra. Fu quello l'ultimo luogo frequentato da Yara prima di essere uccisa. 

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