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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Nuove vite / Torino

Profuga ucraina si risveglia dal coma sentendo i Maneskin

Anna, 16 anni, è rimasta coinvolta in un incidente stradale mentre scappava dalla guerra. Il papà è morto, lei ha riportato gravi traumi ed è stata curata in Italia. Dopo tre mesi senza rispondere agli stimoli il "piccolo miracolo" con la voce di Damiano

Ha reagito e ha comunicato con i medici, dopo tre mesi di coma, quando le hanno fatto sentire una delle sue band preferite: i Maneskin. Si è risvegliata così nel suo letto del Cto di Torino, Anna, la ragazza ucraina di sedici anni rimasta coinvolta in un grave incidente stradale mentre fuggiva dalla guerra. Nello scontro il papà è morto e lei ha riportato gravissime lesioni e solo grazie alla solidarietà internazionale è stata portata nel nosocomio torinese.

La fuga dalla guerra e l'incidente

Era il 24 febbraio e la Russia aveva appena iniziato le operazioni militari in Ucraina. La casa di Anna a  Kiev viene distrutta così la famiglia sale in auto. E' in viaggio per raggiungere le regioni a ovest del suo Paese quando il padre, forse per un colpo di sonno mentre era alla guida, perde il controllo dell'auto. Lui muore sul colpo, lei riporta un trauma cranico e vertebrale. Grazie ai volontari di MirNow, rete di associazioni di solidarietà, è trasportata dall’ospedale di Leopoli al reparto di terapia intensiva del Cto di Torino.

I medici di neuroriabilitazione si sono dedicati alla ragazza e per stimolarla hanno anche seguito la strada della musica. Cosi ieri hanno fatto risuonare nella sua stanza le note dei Maneskin. "E' una loro grande fan e ieri sera, ascoltando una loro canzone, ha espresso emozione", spiega Maurizio Beatrici, direttore della struttura complessa. Un piccolo miracolo col sottofondo di Damiano, Victoria, Thomas e Ethan, band che più volte si è schierata pro Ucraina. "Free Ukrain, fuck Putin" l'urlo dei Maneskin nel corso della loro recente esibizione al Coachella in California.

Anna dovrà intraprendere ancora tanta strada per tornare a una vita normale ma la speranza adesso è che possa riabbracciare la sorella, il nipotino e la madre che sono ospiti di un'associazione nata per assistere le famiglie dei bambini ricoverati negli ospedali di Torino.  

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