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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

L'Istat: "C'è lavoro per chi studia medicina e ingegneria", ma un laureato su due è precario

Diminuisce il numero dei diplomati che dopo la maturità nel 2011 hanno trovato lavoro nel 2015. Livelli di occupazione più elevati per il laureati nei gruppi sicurezza e difesa, medico e ingegneria, ma il 52,8% di chi ha una laurea di primo livello è precario

I diplomati che trovano lavoro soltanto con il titolo ottenuto nella scuola superiore sono in calo, mentre chi sceglie di laurearsi in materia di difesa e sicurezza, medicina o ingegneria ha maggiori possibilità di trovare lavoro. E' la fotografia che emerge dall'ultima indagine Istat sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati  e sull'inserimento professionale dei laureati nel 2015.

C'è una catena di tramissione tra scuola e lavoro, scrive Repubblica, e questa catena si è inceppata. Secondo le stime dell'Istat, riportate dal quotidiano romano, la quota di diplomati che ha conseguito il titolo nel 2011 e quelli che lavorano nel 2015 è scesa al 43,5 per cento, rispetto alla condizione lavorativa nel 2011 dei diplomati del 2007 che era fissa al 45,7 per cento. Gli ultimi dati parlano di un 21,8 per cento in cerca di occopazione rispetto a un 16,2 registrato  nel 2011. Ad avere la peggio sono gli uomini, dice l'Istat, che nel 2015 risultano occupati nel 46,8 % dei casi rispetto al 51,2 del 2011, mentre rimane stabile al 40,4 la quota di diplomate lavoratrici. 

Quella stessa catena di trasmissione invece sembra funzionare per i laureati di primo livello che hanno conseguito il titolo nel 2011 e lavorano nel 2015: sono il 72,8%, mentre solo l'80,3% i laureati di secondo livello a ciclo unico e ben l'84,5% quelli specialistici biennali di secondo livello. I settori migliori sono tre: sicurezza, medici e ingegneri. Secondo l'Istat, "i livelli più elevati di occupazione (superiori al 93%) si riscontrano tra i laureati di secondo livello nei gruppi difesa e sicurezza, medico e ingegneria (99,4%, 96,5% e 93,9%)". L'inserimento nel mercato del lavoro è più difficile per i laureati nei gruppi letterario (lavora il 61,7% dei laureati di primo livello e il 73,4% di quelli di secondo) e geo-biologico (rispettivamente 58,6% e 76,5%). Non va meglio ai laureati nel gruppo psicologico (54,4% di occupati) e nel gruppo giuridico (67,6%).

Critica la situazione per quanto riguarda i rapporti di lavoro. Fra i laureati di primo livello, oltre uno su due (52,8%) lavora a tempo determinato oppure con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o di prestazione d'opera occasionale o con borse di studio/lavoro. Il lavoro "non stabile", riguarda anche il 41,9% dei laureati di secondo livello. Quelli di loro che provengono dai gruppi difesa e sicurezza, medico e ingegneria percepiscono anche retribuzioni mediane mensili più elevate (superiori ai 1600 euro). 

Per quanto riguarda i diplomati, la situazione più difficile è al sud, dove quelli che lavorano a quattro anni dalla maturità sono appena il 37%. Nel 2015, il 48,3% dei diplomati è impegnato nel percorso universitario (50% nel 2011), solo sette su 100 hanno già conseguito una laurea, tipicamente di primo livello, e scelgono di non proseguire gli studi". I gruppi di laurea più scelti dai diplomati sono: economico-statistico (14,5% degli immatricolati), medico (13,8%) e ingegneria (13,1%). Fra i diplomati che lavorano nel 2015, uno su quattro (25,3%) è dipendente a tempo indeterminato, l'11,5% è lavoratore autonomo, il restante 63,2% ha un'occupazione 'non stabile'; nel dettaglio, il 33,8% ha un contratto a tempo determinato, l'8,7% è alle dipendenze senza contratto, il 13,8% ha un contratto a progetto, di prestazione d'opera, voucher o una borsa di studio/lavoro e il 6,9% svolge attività formativa retribuita. A quattro anni dal diploma, otto diplomati su 10 vivono ancora in famiglia.

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