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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso / Venezia

La denuncia di una giovane musulmana: "Picchiata da un'italiana perché porto il velo"

La donna, che ha 29 anni ma da 13 vive in Veneto, è stata colpita con calci e pugni. Ha denunciato l'episodio ai carabinieri e dice: "Nessuno ha aiutato me e la mia famiglia. Sto ancora male fisicamente, ma soprattutto ho paura e non voglio più uscire"

Insultata, picchiata con calci e pugni e umiliata. È quanto accaduto a Sanuara Sarder, 29enne di origine bengalese a Marghera (Venezia). La sua colpa sarebbe stata quella di indossare il niqab, il velo sul viso che lascia scoperti solo gli occhi, che nell'aggressione le è stato strappato. A denunciare l'episodio è lei stessa, che vive a Mestre da tredici anni ed è moglie di un imam. La donna è stata portata in ospedale per le cure del caso e poi si è rivolta ai carabinieri. 

Secondo quanto ha raccontato la donna ai carabinieri tutto è accaduto mercoledì. A scagliarsi contro di lei - come riporta VeneziaToday - sarebbe stata una donna italiana. La 29enne era ferma a davanti alla casa del fratello e della cognata quando è stata aggredita. "Mi fanno ancora male la testa e l'orecchio per il pugno. Ma quello è il meno, la dottoressa mi ha dato delle gocce che mi fanno stare meglio. Il problema è che adesso ho paura a uscire di casa e in famiglia non riesco a parlare di altro", racconta Sanuara.

"Ero andata a trovare mia cognata - spiega -. Quando sono uscita, mi sono fermata un momento nel portone con i bambini ad aspettare che mio marito e mio papà ritornassero. E lì mi sono accorta che due donne italiane, sui quarant'anni, mi guardavano, ridevano e dicevano ad alta voce: 'Ma dove va quella mascherata come un fantasma? Gente come lei non dovrebbe essere in Italia'. Forse credevano che non capissi l'italiano". Sanuara invece ha frequentato l'istituto tecnico Zuccante a Mestre: "Mi offendevano e usavano parole pesanti per via del niqab che indosso, essendo di religione musulmana". 

Le fasi dell'aggressione sono poi ricostruite nella denuncia. Il padre della 29enne torna e la figlia gli spiega la situazione. L'uomo si avvicina alle due donne per chiedere il motivo delle offese, "ricevendo parole di disprezzo e sentendosi dire che se la figlia voleva andare in giro vestita in quel modo, era meglio che rimanesse a casa". A quel punto la donna spinge via il padre di Sanuara, che interviene per difendere il genitore. "'Toccami', diceva. 'Toccami che ti faccio vedere io'. Io non ho mosso un dito e quella mi ha sferrato un calcio sulla gamba, facendomi cadere in ginocchio. Non riuscivo neanche a muovermi per la paura - si legge nel verbale - e all'improvviso la signora approfittando della posizione in cui mi trovavo mi ha colpita di nuovo in modo violento con un pugno sull'orecchio e poi mi ha strappato il velo facendolo a pezzi davanti ai miei occhi e mettendoselo in tasca". 

"Quello che fa male - dice Sanuara - è che le persone che passavano di là non abbiano fatto niente per aiutare me e mio padre. Anzi, la portinaia si è allontanata con la donna che mi aveva aggredito, dandole ragione sul fatto che era colpa del velo che indossavo se era accaduto tutto questo. Non ho avuto il coraggio neanche di prendere in braccio i miei figli, che hanno visto tutto e piangevano, per timore che venissero aggrediti anche loro". 

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