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Giovedì, 25 Aprile 2024
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E' allarme: "1,4 milioni di bambini italiani in povertà assoluta"

Impressionano dati diffusi oggi da Save the Children che analizzano la condizione dell'infanzia nel nostro paese: "E' urgente varare un piano nazionale di contrasto della povertà minorile"

Le città e le metropoli sono l'habitat prevalente dei bambini e adolescenti in Italia: il 37% di essi - 3 milioni e 700 mila - si concentra nel 16,6% del territorio nazionale, cioè nei grandi centri urbani o nelle aree circostanti. Città, però, più matrigne che materne, invase di macchine e pericolose (tanto che solo il 6,4% di bambini gioca libero per strada) e spesso prive di spazi per garantire lo svago dei più piccoli: solo un bambino su 4 gioca in media nei cortili e meno di 4 su 10 nei giardini, con significative differenze territoriali.

Ma per un certo numero di bambini, la disponibilità di luoghi di vita e gioco accettabili non c'è neanche in casa: quasi un minore su 4 vive infatti in famiglie che dichiarano di abitare in appartamenti umidi o con tracce di muffa alle pareti e sono in milione e 300 mila i minori le cui famiglie denunciano situazioni di sovraffollamento, in un paese nel quale anno dopo anno cresce l'emergenza abitativa: nel 2013 sono ben 65 mila i nuclei familiari (molti dei quali con bambini) ad aver ricevuto un'ingiunzione di sfratto per morosità incolpevole (+8,3% rispetto all'anno precedente). Sono alcuni dati diffusi oggi da Save the Children e tratti da "Gli orizzonti del possibile. 5° Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia", la pubblicazione che analizza la condizione dell'infanzia nel nostro paese, nell'ambito della campagna "Illuminiamo il Futuro" per il contrasto della povertà educativa.

Il dossier ricorda che, come indicano i dati sui consumi, nel 2013 la povertà assoluta delle famiglie è cresciuta ulteriormente e riguarda ormai il 13,8% dei minori - oltre un milione e 400 mila tra bambini e ragazzi (con un incremento del 37% di minori interessati dal fenomeno rispetto al 2012) - mentre più del 68% delle famiglie sono costrette a tagliare sugli alimenti o a comprare cibo di qualità inferiore.

NIENTE SPORT E LIBRI - Ma la povertà dei minori in Italia non è solo materiale: tre milioni 200 mila bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni (il 47,9% del gruppo di età) non hanno letto un libro nel 2013 e circa 4 milioni (il 60,8%) non hanno visitato una mostra o un museo. Non viaggia né si apre a nuovi mondi e persone il 51,6% di under 18 che vive in famiglie che non possono permettersi nemmeno una settimana di ferie l'anno lontano da casa. Lo sport grande assente nei pomeriggi del 53,7% degli adolescenti (15-18 anni), che non fanno alcuna attività motoria continuativa nel tempo libero. Pomeriggi non occupati neanche da attività scolastiche, dato che, nella migliore delle ipotesi, il tempo pieno c'è solo nel 50% delle scuole elementari e medie di alcune regioni, con picchi in negativo in regioni come Campania (con il 6,5% delle scuole primarie a tempo pieno) o Calabria.

PERIFERIE - Secondo Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia, "gli orizzonti a disposizione dei nostri bambini sono sempre più chiusi: si riducono gli spazi di autonomia, socialità, svago, e si riducono gli spazi mentali, le opportunità di formazione e crescita intellettuale e relazionale, sospingendo sempre più bambini ai margini. E' sotto gli occhi di tutti il disagio di tante "periferie": luoghi deprivati di verde, spazi comuni, trasporti efficienti, scuole a tempo pieno e sempre più popolati da giovani coppie con bambini. Le periferie dei nostri giorni sono le nuove città dei bambini. Da qui dobbiamo cominciare se vogliamo riaprire spazi di futuro e opportunità per l'infanzia nel nostro paese".

RIAPRIRE GLI ORIZZONTI - "Inoltre - prosegue Neri - in questa quinta edizione dell'Atlante dell'Infanzia abbiamo voluto dare voce a una molteplicità di interventi e pratiche coraggiose e innovative che dimostrano che riaprire gli orizzonti dei minori e delle loro famiglie non solo è possibile ma è già a portata di mano. Esperienze come quelle delle scuole che hanno deciso di condividere i propri cortili con il quartiere, a Torino, o dei ragazzi che sfidano gli spazi cittadini facendo parkour a Roma o in altre città. Un cambiamento reale è possibile ad esempio umanizzando i percorsi nascita, realizzando più servizi per la prima infanzia, aprendo e rinnovando le scuole, intervenendo nelle periferie con nuove opportunità sociali e culturali, ripensando l'utilizzo degli spazi pubblici. Sono esempi positivi ma che per produrre cambiamenti tangibili debbono essere replicati su vasta scala e andare di pari passo con un'azione determinata da parte del Governo per aggredire le gravi povertà sociali ed educative che affliggono milioni di minori", conclude.

POVERTA' MINORILE - Per Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children, "è necessario e urgente varare un piano nazionale di contrasto della povertà minorile, che preveda, tra l'altro, l'estensione della cosiddetta nuova social card, ora sperimentata solo in poche città, a tutte le famiglie in povertà assoluta con minori, semplificando i criteri di accesso e rafforzando le misure di accompagnamento e valutazione. Allo stesso tempo vanno previsti interventi mirati per le aree più deprivate sul piano dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza e delle opportunità educative. Per le periferie urbane più carenti, dove vivono moltissimi bambini, proponiamo di attivare 'aree ad alta densità educativa', sul modello francese delle Zones d'Education Prioritaires, all'interno delle quali garantire un forte rafforzamento delle offerte educative, scolastiche ed extrascolastiche, valorizzando le risorse locali e mobilitando fondi europei", conclude Milano.

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