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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Unicef: "Nei paesi ricchi un bimbo su cinque vive in povertà relativa"

Lo rivela l'ultima ricerca condotta dall'Unicef, che ha esaminato 41 Stati dell'Ue e dell'area Ocse, classificandoli in base ai risultati raggiunti nel conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. L'Italia è al 24esimo posto

Non c'è solo quello che chiamiamo comunemente "terzo mondo". Anche nei paesi ricchi, come l'Italia, ci sono famiglie che non arrivano alla fine del mese e vivono in condizioni di povertà relativa. L'ultima Report Card dell'Unicef-Centro di Ricerca Innocenti rivela che un bambino su cinque in paesi ad alto reddito vive in povertà reddituale relativa e in un media uno su otto affronta insicurezza alimentare. Non solo: nei paesi ad alto reddito circa 1 bambino su 10 vive in famiglie in cui nessun adulto possiede un impiego; fra i giovani fra i 15 e i 19 anni , circa 1 su 13 non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (NEET); nel 2012, il suicidio è stato la principale causa di morte tra i giovani tra i 15-19 anni di entrambi i sessi, avendo provocato il 17,6% di tutti i decessi; almeno 1 bambino su 10 nei paesi esaminati è regolarmente vittima di bullismo. 

Il rapporto dell'Unicef si chiama "Costruire il futuro - I bambini e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei paesi ricchi" e ha valutato le condizioni dei bambini di 41 paesi ad alto reddito in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) identificati come i più importanti per il loro benessere, stilando una classifica dei paesi in base alla loro performance. Tra gli indicatori presi in considerazione, ci sono l'obiettivo di porre fine a povertà e fame, assicurare una vita in salute e un'istruzione di qualità e il raggiugimento della parità di genere. 

INFOGRAFICA UNICEF-2

IN ITALIA UN QUARTO DEI BIMBI VIVE IN POVERTA' REDDITUALE

L'Italia è al 24° posto su 41 paesi EU / OCSE. Ricopre un posizione di eccellenza per quanto riguarda il raggiungimento dell'obiettivo "Pace, giustizia e istituzioni efficaci" (2° posto), mentre ottiene il suo risultato peggiore per quanto riguarda "Eliminazione della povertà" (31° posto).

In Italia il 25,1 per cento dei bambini vive in povertà reddituale relativa, mentre poco più della metà si trova in condizioni di povertà multidimensionale. Abbiamo la percentuale più alta di bambini e adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 15 anni che riferiscono di soffrire di due o più sintomi psicologici più di una volta alla settimana (36,5%), mentre l'11,2% dei 15-19enni che non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (NEET) si colloca nell’ultimo terzo della classifica per questo obiettivo (30°); il 9,7% dei minorenni vive in famiglie senza lavoro.Non solo: l'8,8% dei bambini sotto i 15 anni vive con un adulto colpito da insicurezza alimentare, mentre il 18% è considerato obeso.

Per quanto riguarda invece l’obiettivo di ridurre la disuguaglianza fra le nazioni e al loro interno, l’Italia è a metà classifica. La quota di reddito del 10% più ricco delle famiglie con bambini supera del 21% quella del 40% più povero. C'è una differenza molto elevata, pari al 60% tra i redditi familiari dei bambini al 10° percentile e quelli nella mediana - una differenza che colloca l'Italia al 33° posto tra i paesi industrializzati. L’estrazione socio-economica familiare determina largamente il livello delle performance dei quindicenni nei test di lettura, matematica e scienze, anche se sotto la media del gruppo di paesi.

Ma altri indicatori premiano - e molto - l'Italia. Il tasso di suicidio tra gli adolescenti (15-19 anni) è di 1,9 su 100.000 (il secondo più basso). Il paese ha anche il quarto tasso di ubriachezza più basso tra i bambini di età compresa tra 11 e 15 anni, pari al 4,4%, mentre l'Italia ha il quinto tasso di omicidio infantile più basso della tabella (0,19 su 100.000). Il tasso di bullismo cronico auto-segnalato è il terzo più basso per questo gruppo di paesi (il 5,2% degli 11-15enni ha subito episodi di bullismo almeno due volte al mese).

La povertà assoluta nelle Regioni italiane

"IL PROGRESSO NON VA A BENEFICIO DI TUTTI I BAMBINI"

La classifica risulta positiva per quei paesi, fra i 41 analizzati, che appaiono spesso ai primi posti nelle ultime analisi comparative sullo sviluppo umano e infantile – i Paesi Nordici, Germania e Svizzera –, meno positiva per i paesi del gruppo con reddito inferiore, tra cui Romania, Bulgaria e Cile. Tuttavia un’analisi più attenta rivela la presenza di margini di miglioramento ovunque, dato che tutti i paesi si collocano su due o più obiettivi a metà o nell’ultimo terzo della classifica.

Questo report "è un campanello d’allarme, che ci ricorda che anche nei paesi ad alto reddito il progresso non va a beneficio di tutti i bambini", dice Sarah Cook, direttrice dell'Unicef Innocenti, che aggiunge: “Redditi più alti non portano automaticamente a condizioni migliori per tutti i bambini, possono anzi aggravare le disparità. I governi di tutti i paesi devono agire per assicurare che le differenze vengano ridotte e che si effettuino progressi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per i bambini".

La sfida dell'Onu: "Niente più povertà entro il 2030" | Foto di ActionAid

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