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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Raffica di denunce

Reddito di cittadinanza, nuovo scandalo con migliaia di furbetti (tra cui un boss): tutte le "scuse" più assurde

Chi aveva la Ferrari, chi la barca, chi molteplici appartamenti, chi un autonoleggio con 27 auto, chi una scuola di ballo. C'è chi si è inventato di avere dei figli, chi ha finto di essere bulgaro per intascare il beneficio: una valanga di irregolarità, quasi 5mila, per un totale di 20 milioni di euro intascati in varie regioni del Sud. Il sussidio anche a boss e camorristi

Non un caso isolato. Ma una maxi-truffa. Ammonta a oltre 5 milioni di euro la truffa ai danni dello Stato scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo Ispettorato Lavoro di Napoli che, con l'Inps, hanno passato al setaccio un imponente numero di istanze di reddito di cittadinanza e scoperto 2.441 posizioni irregolari che sono state tutte revocate.

Reddito di cittadinanza a camorristi e rapinatori

Molte sono risultate intestate a camorristi e a loro parenti, a parcheggiatori abusivi, rapinatori, truffatori e lavoratori in nero. C'è pure il caso di un 46enne, arrestato, che ha finto di essere bulgaro per intascare il beneficio. I denunciati sono 716: 422 con precedentui penali, 64 per associazione mafiosa.

Ma casi di irregolari percettori sono stati scoperti in tutta Italia. Chi aveva la Ferrari, chi la barca, chi molteplici appartamenti, chi un autonoleggio con 27 auto, chi una scuola di ballo. E c'è persino chi si è inventato di avere dei figli. C'è un po' di tutto tra coloro che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza nel Meridione d'Italia. È quanto è emerso dalla maxi operazione, condotta tra il 1 maggio e il 17 ottobre, dai carabinieri del comando interregionale 'Ogaden', con giurisdizione sulle Regioni Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, in collaborazione con il comando Carabinieri Tutela del Lavoro.

Controlli mirati a verificare la reale sussistenza dei requisiti da parte dei percettori del reddito di cittadinanza che hanno fatto riscontrare quasi 5mila irregolarità per un totale di 20 milioni di euro. In particolare sono 4.839 le irregolarità riscontrate, il 12% dei 38.450 nuclei familiari controllati per un campione di 87.198 persone. Ben 1.338 percettori indebiti del reddito erano già noti alle forze di Polizia per altri motivi e 90 di loro hanno condanne o precedenti per gravi reati di tipo associativo. Quasi 20 milioni di euro l'ammontare della cifra complessiva indebitamente percepita.

Tra i furbetti anche un boss

C'era anche un boss tra le persone che percepivano irregolarmente il reddito di cittadinanza al sud Italia. È quanto hanno accertato i carabinieri del comando interregionale Ogaden nella maxi operazione condotta negli ultimi sei mesi. In particolare i militari hanno scoperto che in provincia di Avellino, percepiva il reddito di cittadinanza un 50enne, ritenuto il reggente del clan camorristico 'Cavalese', operante in zona.

Nel Napoletano un 41enne percettore di Reddito di Cittadinanza al momento della richiesta aveva omesso di dire che era sottoposto a misura detentiva, benché fosse agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico perfettamente funzionante. Nella stessa provincia sono state denunciate, tra le altre, 80 persone, tutte contigue alla criminalità organizzata, che con dichiarazioni omissive sono riuscite a ottenere 852.515,91 euro di illecita percezione del reddito di cittadinanza.

A Bari Palese un noto pluripregiudicato (arrestato il mese scorso in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare per furto) aveva richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza nonostante fosse colpito da Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, avendo omesso di comunicare l'esistenza della misura di prevenzione a suo carico.

A San Pietro Vernotico un anziano esponente di rilievo della Sacra Corona Unita, omettendo di comunicare di essere sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, è riuscito a percepire il Reddito di Cittadinanza.

A Campobasso quattro stranieri hanno presentato domanda di ammissione al beneficio del Reddito di Cittadinanza dichiarando, falsamente, di risiedere presso strutture di accoglienza dove erano stati ospiti ma ora chiuse e da dove si erano allontanati per ignota destinazione, tanto da essere stati anche cancellati dall'anagrafe comunale per 'irreperibilità'.

A Canosa di Puglia e Trinitapoli le irregolarità emerse hanno riguardato cittadini stranieri sia comunitari, sia extra Ue, che hanno falsamente dichiarato di riunire il requisito della residenza in Italia da oltre 10 anni, risultando in realtà presenti da periodi molto più brevi, o addirittura già cancellati all'anagrafe poiché irreperibili da anni, ma artatamente ricomparsi e reiscritti soltanto ai fini della presentazione della domanda tesa a ottenere il reddito di cittadinanza.

Altri ancora, una volta ottenuto il reddito sono stati cancellati dall'anagrafe comunale poiché resisi irreperibili o rientrati nel proprio Paese di origine, tornando in Italia circa una volta al mese esclusivamente al fine di poter spendere e monetizzare quanto indebitamente percepito. Vi sono stati anche casi di numerose persone che hanno dichiarato di far parte di nuclei familiari composti da 15-20 persone asseritamente residenti nella stessa abitazione, ma in realtà per l'anagrafe irreperibili o inesistenti.

Figli inventati e mariti dimenticati

A Collepasso, in provincia di Lecce, un uomo ha dichiarato la presenza nel proprio nucleo familiare di sei minori stranieri mai censiti in quel comune, senza avere con gli stessi alcun vincolo di parentela e con l'indicazione dei dati anagrafici priva del luogo di nascita e della nazionalità. Nello stesso Comune pugliese una coppia ha inserito nel proprio nucleo familiare la presenza di altri familiari, in realtà residenti in Germania.

A Nova Siri (Matera), i Carabinieri hanno denunciato un cittadino asiatico per aver dichiarato falsamente la presenza in Italia della moglie e delle due figlie, che così hanno percepito il reddito pur abitando di fatto nel Paese d'origine.

A Napoli si registra il caso curioso di un uomo del quartiere Stella, presente in due distinti nuclei familiari che avevano ambedue chiesto e ottenuto il beneficio mentre in provincia di Caserta un uomo ha falsamente dichiarato di far parte di un nucleo familiare composto da più persone, di fatto invece inesistente.

A Santeramo in Colle (Bari) una donna è stata segnalata all'Autorità Giudiziaria perché si era ''dimenticata'' di indicare, non solo la targa o l'estremo di registrazione di un veicolo di proprietà, ma addirittura il coniuge. I Carabinieri in questo caso hanno appurato che la donna, al fine di percepire il reddito di cittadinanza aveva richiesto la residenza anagrafica in una via del comune santeramano che altro non era che lo stesso appartamento in cui domiciliava e risiedeva il marito, ovvero un unico appartamento, con due ingressi diversi. In provincia di Caserta 8 persone dello stesso nucleo familiare hanno falsamente attestato di appartenere a 3 distinte famiglie e di risiedere in altrettante unità abitative, pur abitando nello stesso stabile.

C'è anche il caso limite di un finto bulgaro tra quelli emersi nel corso dei controlli: il 46enne di Castellammare di Stabia, già noto alle forze dell'ordine, si è recato all'ufficio postale di via Plinio il Vecchio presentando una carta di identità bulgara evidentemente falsa, simulando addirittura un accento straniero.

Più di 40 milioni di euro indebitamente percepiti come reddito di cittadinanza sono stati individuati dai carabinieri nel corso del 2021 in Italia.

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