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Martedì, 23 Aprile 2024
La truffa / Milano

L'uomo dei "miracoli" che trasformava il reddito di cittadinanza in soldi contanti

Milano al centro di una maxi truffa con il reddito di cittadinanza. Così il titolare di un internet point trasformava il sussidio in denaro

Trasformava i soldi "digitali" in denaro contante. Svuotava le carte e restituiva nelle mani dei suoi clienti banconote, cash. Chiaramente con una piccola "trattenuta" per il "disturbo". L'uomo dei "miracoli", adesso finito agli arresti domiciliari, è il titolare di un negozio di telefoni e internet point di Milano, un locale finito nel mirino dei carabinieri meneghini del gruppo tutela lavoro perché considerato snodo principale di una maxi truffa con al centro il reddito di cittadinanza. 

L'indagine è iniziata a febbraio 2021 dopo che i militari hanno individuato 232 persone che percepivano indebitamente il sussidio, tra cui 210 cittadini somali. Seguendo i flussi di denaro, gli investigatori hanno scoperto che praticamente tutti effettuavano strani acquisti nel negozio dell'uomo, che in realtà non vende beni comprabili con la carta del reddito di cittadinanza. È stato così verificato che a partire dall'ottobre 2020 ben 244 donne e uomini - i 232 che ricevevano l'Rdc senza averne diritto e altri 12 "regolari" - avevano "visitato" il negozio dell'arrestato. 

Il trucco era semplice, ma evidentemente funzionante. I percettori del reddito versavano attraverso dei pagamenti Pos senza causale l'intera somma al negoziante, che poi dava loro i soldi in contanti, trattenendo il 15% del totale. A incastrare l'uomo sono stati anche i volumi dei movimenti effettuati con le carte, che sono saliti - hanno accertato i carabinieri - del 1600%, da un incasso mensile di 1.460 euro a uno di 23.450. Così, il titolare dell'internet point sarebbe riuscito a riciclare 213mila euro, mentre il danno allo Stato causato da chi riceveva indebitamente il reddito di cittadinanza è stato quantificato in oltre un milione di euro. 

Il negoziante, messo ai domiciliari in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, risponde delle accuse di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. I furbetti del Rdc - tutti segnalati alle procure di Milano, Cosenza, Bergamo, Roma, Brescia, Como e Torino - sono invece indagati per "falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio". 

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