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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Savona

Prende il reddito di cittadinanza ma 'lavora' come pusher: così è stato scoperto

Un giovane arrestato per spaccio di stupefacenti è risultato destinatario del reddito di cittadinanza. Un caso simile è avvenuto nei giorni scorsi in provincia di Salerno, con il giudice che ha tolto il sussidio allo spacciatore, invitandolo a trovare un lavoro

Un altro caso di pusher con il reddito di cittadinanza, stavolta a Loano, in provincia di Savona. Dopo l'episodio avvenuto in provincia di Salerno, in cui il malcapitato spacciatore e percettore del sussidio è finito ai domiciliari perdendo il reddito, un caso simile è avvenuto in Liguria, dove la Squadra Mobile di Savona ha 'pizzicato' un 30enne intento nell'attività di spaccio, anche lui destinatario del sussidio contro la povertà in quanto disoccupato, almeno ufficialmente. 

Ufficiosamente invece il ragazzo svolgeva il suo "lavoro illegale" nel centro di Loano, nei pressi della scuola elementare del paese. Gli agenti, appostati proprio per controllare il pusher classe '89, hanno notato il passaggio di sostanze effettuato da un altro uomo, noto per essere un consumatore di droga, che poco dopo è salito nell'appartamento del giovane per prendere alcune dosi di hashish, poi cedute ad una terza persona. 

Pusher con il reddito di cittadinanza: arrestato

In quel momento è scattato il blitz delle forze dell'ordine che nell'appartamento del giovane hanno trovato 15 grammi di eroina e 50 di hashish, oltre al denaro in contanti e a tutto l'occorrente per preparare e confezionare dosi di stupefacenti. Ma il vero colpo di scena è arrivato in un secondo momento, quando lo stesso giovane pusher, ufficialmente disoccupato e nullatenente, è risultato beneficiario del reddito di cittadinanza, così come avvenuto per lo spacciatore arrestato qualche giorno fa ad Acerno, in provincia di Salerno. Il suo arresto è stato convalidato e il giudice ha disposto per l’imputato la misura degli arresti domiciliari, con il processo che riprenderà il prossimo 27 settembre. Chissà se il giudice del tribunale ligure si comporterà come quello salernitano, che in aula ha deciso di togliere il reddito di cittadinanza allo spacciatore, invitandolo a trovarsi un lavoro serio. 

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Reddito di cittadinanza, come si perde il sussidio

Nel caso dello spacciatore di Acerno è stato il giudice a togliere il reddito di cittadinanza, ma esistono altre circostanze che possono portare alla revoca del sussidio, che può essere sia perso che ridotto

Si prevede la decadenza dal reddito di cittadinanza quando uno dei componenti il nucleo familiare:

  • non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;
  • non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
  • non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
  • non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro congrua;
  • non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore;
  • non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.

Chiunque presenti dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere oppure ometta informazioni dovute è punito con la reclusione da due a sei anni. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. In entrambi i casi, è prevista la decadenza dal beneficio con efficacia retroattiva e la restituzione di quanto indebitamente percepito.

Se l’interruzione della fruizione del Reddito di cittadinanza avviene per ragioni diverse dall’applicazione di sanzioni, il beneficio può essere richiesto nuovamente per una durata complessiva non superiore al periodo residuo non goduto. Nel caso l’interruzione sia motivata dal maggior reddito derivato da una modificata condizione occupazionale e sia decorso almeno un anno nella nuova condizione, l’eventuale successiva richiesta del beneficio equivale a una prima richiesta.

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